Questa settimana a dir poco intensa si conclude con la bellissima festa di compleanno di una mia amica e si conclude anche con l’organizzazione di una giornata dedicata ai fiori di Bach ed ai fiori australiani.
Organizzare eventi è sempre stato un mio piccolo grande desiderio e poterlo fare a casa mia è un sogno che diventa realtà. Guardo le mura della sala e penso a quante esperienze positive e parole sagge hanno assorbito e -spero- assorbiranno negli anni. Lo scorso maggio avevo avuto il grandissimo onore di ospitare il workshop di fotografia con Claudio Piccoli e adesso è stata la volta di Elisa Pasquini (se mi seguite dagli albori avrete sicuramente letto l’articolo che ha scritto per questo blog).
Organizzare un evento, per me, significa prima di tutto pensare al benessere del docente e degli ospiti.
Cosa vorranno mangiare? Dove si vorranno sedere? Troppo buio? Troppa luce? Sarò facile per loro trovare la location? Quali coccole si aspettano di ricevere? Queste sono solo alcune delle migliaia di domande che mi ronzano in testa dopo aver stabilito l’argomento e la data.
Per una ansiosa come me questo dovrebbe essere una grande fonte di stress e invece, tolto quel briciolo di preoccupazione fisiologica legata all’oddio-speriamo-fili-tutto-liscio, dopo un evento formativo mi sento sempre felice, soddisfatta e piena di energie.
Ed anche questa volta è stato così.
Io ed Elisa ci siamo conosciute grazie alla mia TaraMaria (borderina tutto pepe) e, come ha scritto lei questa mattina su Facebook, “anche se ci vediamo raramente ci pensiamo sempre”. Mi ero rivolta a lei perché volevo utilizzare i fiori di Bach con Tara e soprattutto perché, anziché utilizzare una formulazione preconfezionata, desideravo un qualcosa di più mirato.
Elisa è una floriterapeuta e chi meglio di lei poteva indirizzarmi?
Poiché io e Chiara, la mia partner in crime in materia di organizzazione eventi, ci siamo più volte appellate ad Elisa per aiutare cani con alcune difficoltà, abbiamo pensato di invitarla in modo che potesse parlare a più persone di quello che amiamo definire il Flower-Power.
Che dire, la presentazione di Elisa ha di gran lunga superato le mie aspettative (che erano altissime, ve lo garantisco, perché so di che pasta è fatta la mia amica) ed avrei voluto che parlasse di fiori per almeno una settimana intera, tant’è che quando non trovava le chiavi della macchina quasi quasi ero contenta nel pensarla bloccata a casa mia. Non solo, ieri sera non era ancora arrivata a casa che io l’avevo già martellata di domande per un progetto che spero realizzeremo nel 2019.
Nell’ascoltarla ho provato un profondo senso di orgoglio (guarda-un-po’-che-brava-la-mia-amica), ma la cosa più bella ed arricchente è stato il feedback dei partecipanti. Parlare di fiori di Bach e fiori australiani può essere complicato ed aprirsi ad alcune novità richiede elasticità mentale e sensibilità, qualità che hanno senza dubbio accomunato tutti i partecipanti.
Concludo questa settimana con un grande senso di gratitudine e con la consapevolezza che devo ricominciare a fare attività sportiva (ma quest’ultima è una questione che merita un racconto a parte!).