Facebook mi ricorda che un anno fa, proprio in questi giorni, prendevo in mano la questione-tesi-in-counseling…inutile dirvi che la cosa era un po’ nata e morta lì, almeno fino a poco tempo fa.
A Pasqua si fanno le scampagnate e si mangiano uova di cioccolata, sempre ammesso e non concesso che voi non siate dei procrastinatori incalliti come la sottoscritta. Ebbene sì, se anche voi, come me, vi siete ritrovati con trecentomila parentesi aperte, è molto probabile che le ‘vacanze’ di Pasqua (2 giorni), le dobbiate passare chiusi in casa a recuperare il tempo perduto.
Tutto questo, come al solito, per dimostrarvi che fra la teoria e la pratica c’è una differenza a tratti inquietante. Infatti, se avessi messo in pratica tutti i buoni consigli che vi do nella parte teorica, di certo avrei programmato il mio tempo in maniera molto più saggia.
Beh, sul web potete trovare milioni di miliardi di persone realizzate ed iper efficaci. Potete leggere i loro articoli in cui vi parlano di come tutti i problemi siano risolvibili applicando questa o quella tecnica (molto spesso rubacchiate da altri esperti del settore, ma per carità, mai che venga citata la fonte eh!), potete vederli in foto che sorseggiano cocktail sulla spiaggia o mentre si godono gli alberghi più lussuosi.
Benvenuti nella società del tutto e subito.
E tanto che siamo a parlare di ovvietà, perché mai diamo la possibilità agli altri di stabilire cosa sia la felicità? Suvvia non potete credere veramente che ci sia un concetto universale felicità, com’è possibile?
Cosa ne è dei nostri sogni? Anche quelli manomessi dalla società dell'apparenza? Temo proprio di sì.
Forse vi state interrogando su quale sia il nesso fra la stesura della mia tesi e questa tirata iper-polemica. In effetti ne avete il diritto. Provo a piegarmi meglio, il nesso sta nel fatto che il tutto-e-subito non esiste e sta anche nel fatto che sarebbe stupido (e oltremodo falso) se vi dicessi che sono felice di aver passato i giorni di Pasqua a lavorare sulla tesi.
Raggiungere I propri obiettivi comporta grandi sacrifici.
Vengo spesso accusata di non portare a termine quello che inizio, di mancare di costanza, di forza di volontà e questa è forse la croce più pesante (scusate la metafora cattolica, ma è in tema!) che mi porto sulle spalle dall’infanzia.
Concludere è fondamentale, ma è altrettanto importante saper abbandonare un progetto quando questo non rappresenta più un’occasione.
Ovviamente questo non lo dico io, ma lo dicono esperti di psicologia e crescita personale. Certo, se dovessi esprimere il mio parere vi direi che non so bene quale sia la differenza fra le due cose perché, a voler fare l’avvocato del diavolo, come faccio a sapere se è veramente il caso di abbandonare un progetto?
Eh infatti non lo so, e mi porto le mie croci.
Detto questo, la tesi la scriverò e la consegnerò entro i tempi stabiliti, a costo di lavorarci anche di notte, stramaledicendo ogni singolo autore che devo citare ed inveendo contro me stessa per essere sempre in grado di incasinarmi la vita.
Vi garantisco che è davvero divertente vedermi imprecare contro lo schermo del computer mentre sono sommersa da libri, cioccolatini e beveroni drenanti.
Al di là degli obiettivi che mi sono posta per il 2019, che porterò a compimento con grande gioia, auguro a me stessa di trovare una maggiore chiarezza e mi auguro anche di avere il coraggio necessario a realizzare i miei sogni.