“Grinta. Il potere della passione e della perseveranza”, Angela Duckworth
Finire di leggere questo libro mi ha richiesto uno sforzo enorme e sono orgogliosa di me stessa per questa grande prova di perseveranza…chissà che non sia proprio questo lo scopo ultimo dell’autrice!
First things first, ho letto il libro in inglese e non perché sono snob, ma semplicemente perché, laddove possibile, preferisco leggere in lingua originale (e per me è possibile solo con l’inglese e con l’italiano!). Detto questo, vorrei iniziare dall’inizio, ovvero dalla definizione che l’autrice dà del concetto di ‘grit’, parola giustamente tradotta con l’italiano ‘grinta’, ma che, a mio avviso, necessita di alcune precisazioni.
Secondo la Duckworth, ‘grit’ è quella passione che ci spinge a raggiungere un obiettivo alto, accompagnata da quella dose di perseveranza necessaria al raggiungimento del fine stesso. Insomma, una sola parola non basta a rendere bene il concetto.
Benissimo, adesso che la questione linguistica è risolta, possiamo passare al contenuto del libro. Si tratta di un verbosissimo resoconto degli studi della Duckworth, infarcito di un numero di esempi tali per cui perdere il filo del discorso diventa la normalità.
Se avete letto altre mie ‘recensioni’ sapete che non è mia abitudine stroncare i libri e non lo farò neanche questa volta perché mi metto nei panni di chi, per riempire questa pagine, ha impiegato sudore e lacrime ed ha sacrificato la propria vita per un ideale e per questo merita comunque di essere premiato.
Diciamo che i concetti presentati sono molto interessanti, ma la quantità di esempi, forse anche troppo specifici, talvolta interferiscono con la leggibilità del testo. La Duckworth è assolutamente dedicata alla causa della perseveranza e riporta numerosi studi, sia suoi, sia di altri, che dimostrano come sia importante continuare a combattere per il raggiungimento dei propri obiettivi. Cita infatti più volte l’haiku giapponese:
“Sette volte cadi. Otto volte ti rialzi”
La Duckworth spiega inoltre, con dovizia di particolari, come sia possibile allenare la propria perseveranza (chissà quante volte avete sentito parlare di pratica deliberata) come individui, ma anche di come l’ambiente circostante possa aiutarci in questo ambizioso obiettivo.
Ci sono spunti di riflessione molto importanti sia per gli insegnanti che per i genitori, categorie che potrebbero trovare questa lettura particolarmente interessante.
Per quanto mi riguarda, sono felice di non aver lasciato a metà un libro che parla proprio di tenacia e adesso mi godo quella piacevole sensazione che si prova ogni qualvolta si riesce a portare a termine qualcosa che ci è costato un grande sacrificio, qualsiasi esso sia.