A Marzo abbiamo parlato di salutogenesi. Oggi, invece, ho chiesto ad Elena di aiutarci a capire quali siano i benefici legati alla stesura del diario. Come al solito, il suo articolo è assolutamente spot-on, non avrei potuto chiedere di meglio. Buona lettura.
La consapevolezza di sé è una cosa seria, negli ultimi tempi un po’ di moda, sgualcita dalle bocche di molti e praticata dalle menti di pochissimi. “Le parole sono importanti” gridava Nanni Moretti dando un sonoro ceffone ad una inconsapevole parlante (Palombella Rossa, 1989-ndr), ed è quello che vorrei fare io ogni volta che sento masticare la parola consapevolezza.
Per quale motivo tale fervore?
Diventare consapevoli è impegnativo, è itinerante nell’arco della nostra vita, è doloroso poiché vediamo cose che non vorremmo vedere. Sentirlo sdoganare senza avvertire quell’odore di lacrime e sudore fa davvero dispiacere a chi lo ha fatto e continua a farlo ogni giorno. La consapevolezza la possiamo praticare tutti, ognuno di noi ne è capace e come ogni arte ha il suo metodo, nello specifico ce ne sono più di uno, tutti capitanati dall’umiltà e volontà di farlo.
La consapevolezza di sé è una delle 5 caratteristiche dell’intelligenza emotiva descritta da Goleman nel 1996 nell’omonimo libro. È la capacità di riconoscere le proprie emozioni, i propri limiti e pregi; raggiunta la consapevolezza emozionale possiamo arrivare alla consapevolezza degli stati d’animo.
Cosa c'entra con la consapevolezza il Diario?
Quest’ultimo è uno strumento per arrivare alla tanto chiacchierata consapevolezza: le persone consapevoli del proprio stato d’animo sanno raccontarsi e raccontare i propri vissuti, senza perdersi nel rimuginio, mantenendo una dose di obiettività.
Raccontarsi e raccontare sono due aspetti importanti nell’essere umano, vanno di pari passo con la socializzazione. L’auto narrazione diventa così uno strumento per conoscersi, per presentarsi alla propria consapevolezza, attraverso il cognitivo entriamo in contatto con il nostro emotivo.
La semplice scrittura di un Diario fa questo!
Mentre scriviamo parliamo a noi stessi attraverso il foglio e la penna. Un gesto così infantile ci aiuta ad andare in “regressione”: ovvero ad abbattere tutte le sovrastrutture cognitive adulte che spesso bloccano i pensieri emotivi razionalizzandoli. Lo sfogo avviene anche attraverso la muscolatura del braccio e della mano, la nostra energia accumulata sta trovando un canale fisico attraverso il quale può uscire dal nostro corpo.
La scrittura è più lenta del pensiero: questo gioca a nostro favore e ci impedirà di fare voli troppo iperbolici con la sola mente! Scrivere un pensiero vuol dire renderlo più reale del semplice pensarlo questo processo ci farà essere più obiettivi su quello che abbiamo appena scritto e stimolerà riflessioni differenti.
Ci sono pensieri dei quali ci vergogniamo e non diremo mai a nessuno, al Diario possiamo dirli, non ci giudica, non ci rimprovera, ascolta e tace (qualità rare di questi tempi!), sfogare questi pensieri è importante a livello energetico, abbiamo bisogno di un luogo dove evacuare le nostre scorie mentali: dopo ci sentiremo meglio!
È importante utilizzare la scrittura del Diario come un aiuto quando serve:
- può non essere quotidiano
- è importante che sia scritto a penna
- al sicuro (che nessuno lo possa leggere)
- intimo: cosa sento, cosa provo, cosa penso, che emozioni sto provando, qual è il mio bisogno…
- noncurante della grammatica e della forma
Il Diario è un importante strumento terapeutico serve come sfogo (mentale e fisico), stimola la riflessione, la conoscenza di sé, la crescita emotiva e cognitiva fino ad arrivare (per davvero!) alla consapevolezza di sé!
Adesso sta a voi: buon lavoro alla ricerca della consapevolezza!