Da dan! Today is the day…oggi io, Saxon e TaraMaria abbiamo debuttato in RallyO.
Su 30 cartelli ne sapevamo bene forse solo una decina, ma avevo promesso che oggi avrei debuttato e, pronti o non pronti, ogni promessa è un debito ed eccomi qui a narrarvi le mie gesta. Breve inciso prima di iniziare il racconto, se avessi rimandato il debutto a data-in-cui-mi-sento-pronta, non avrei MAI debuttato. Stesso motivo per cui mi mancano due esami alla laurea.
Tornando a noi, in vita mia ho fatto pochissime gare e tutte sono state per me fonte di enorme stress. Senso di inadeguatezza, terrore del giudizio, paura di fare una ‘figuraccia’, di non essere pronta, di non essere all’altezza, di non fare il punteggio desiderato, di non salire sul podio e così via. È così che mi sono preclusa tante possibilità. La paura di rimanerci male è stata più forte della voglia di andare avanti ed ho iniziato ad inventarmi scuse perfettamente plausibili che, fino a poco tempo fa, hanno funzionato alla grande.
E i cani cosa c’entrano? Domanda più che legittima perché in effetti loro non c’entrano nulla. In totale onestà, nel loro mondo meravigliosamente perfetto le gare non hanno alcun valore e tante volte mi sono chiesta se fosse rispettoso nei loro confronti trascinarli in una battaglia che io, da sola, non sono riuscita a combattere.
Oggi mi sono data una risposta.
Sono arrivata al campo gara prestissimo per cercare un posto per la macchina in cui stessero al fresco e più tranquilli possibili. Avevo portato i teli refrigeranti ed acqua fresca a volontà. Forse non ho scelto il posto migliore per parcheggiare, ma l’impegno ce l’ho messo. Li ho fatti uscire uno per volta prima che arrivasse la calca di gente e poi sono andata a sbrigare le formalità della segreteria.
Io e TaraMaria eravamo seconde in ordine di partenza. Io ero terrorizzata perché TM non ama stare in mezzo agli altri cani e non ama neanche la confusione. Decidendo di iscrivermi alla gara sapevo che l’avrei messa un po’ in difficoltà e l’unica cosa che non volevo era che il grado di difficoltà divenisse troppo alto per lei. Io so che lei è comunque una gran figa con la sindrome da prima della classe e volevo in qualche modo ricordarlo e dimostrarlo anche a lei, che in fondo in fondo lo sa di essere speciale.
Siamo arrivate in campo in apnea, lei era al mio fianco, sicuramente un po’ preoccupata, se non altro perché io non stavo respirando e questo non è mai positivo, ma lei era lì con me, eravamo io e lei, il resto del mondo è scomparso.
Siamo partite e siamo arrivate, tutto il resto non conta.
La cosa più sorprendente è che veramente ‘tutto il resto non conta’ e, se non fosse stato per chi è più lucido di me, io non avrei neanche guardato la classifica finale.
Nel momento in cui ho sceso la TM dalla macchina e le ho detto ‘Tata adesso sta a noi’, il resto del mondo ha cessato di esistere.
Non ho pensato neanche lontanamente che c’era un giudice e che, fuori dal campo, c’erano tanti occhi posati su di noi. Abbiamo finito il nostro percorso e gli applausi sono stati così forti da ‘preoccupare’ la TM. Ero d’accordo con Elisa che si sarebbe occupata lei di TaraMaria mentre io parlavo con il giudice e così abbiamo fatto. Peccato solo che quella cagnetta bianco nera non mi abbia staccato gli occhi di dosso, sembrava volesse sapere anche lei cosa ne pensava il giudice della sua performance e forse voleva anche un po’ insultarmi per aver fatto tutto il percorso in apnea e per averla piantata in asso sul più bello, quando era l’ora di fare festa grande! Dopo aver parlato con il giudice me la sono presa in braccio e me la sono coccolata, la mia campionessa di coraggio, colei che è entrata nella mia vita proprio per dimostrarmi che ci vogliono gli attributi per andare avanti!
Dopo un po’ è stata la volta di Saxon e lì ho sottovalutato l’importanza della concentrazione pre-gara. In effetti lui si stava serenamente facendo selfie con Biagio dentro il portabagagli della macchina e credo che avrebbe preferito proseguire in quell’attività così divertente. Purtroppo per lui si ritrova ad avere un’umana testarda, che non vuole lasciarlo indietro e che ancora oggi, dopo quasi sei anni, si continua a chiedere se gli piaccia fare alcune cose o se lui le faccia solo per renderla felice.
Mio caro Saxino, temo che si tratti della seconda opzione. Voi cani siete quelle meravigliose creature che si sono evolute insieme all’uomo, adattandovi ad ogni nostro capriccio e per questo, molto spesso, ci dimentichiamo di ascoltarvi e di rispettarvi nelle vostre richieste, a volte troppo timide per essere comprese.
Dico spesso che i miei cani sono i miei maestri di vita, non solo perché il loro modo di essere mi è d’esempio, ma anche, e soprattutto, perché dal primo giorno in cui Sax è entrato nella mia vita io ho cominciato a mettermi in dubbio e mi si è aperto un mondo che non avrei mai immaginato. Mettersi in dubbio è scomodo e molto doloroso, o perlomeno lo è stato per me, ma è necessario.
Quando si tratta dei miei cani metto in dubbio anche le scelte più insignificanti e non passa giorno in cui io non mi chieda cosa esattamente stia proiettando su di loro. Vorrei non proiettare mai su di loro, ma ho capito che è praticamente impossibile e che quindi, molte delle mie domande non troveranno una risposta.
Stando a quanto dice Kant, le mie domande senza risposta sono tali perché mal formulate.
Dopo la gara siamo andati a pranzo al ristorante giapponese per festeggiare come si deve. Alla fine ci hanno dato il biscotto della fortuna ed il mio recitava le seguenti parole:
“Non avere fretta nella vita, fai una pausa e goditela.”
Non credo ci sia bisogno di aggiungere altro…biscotto più azzeccato non potevo trovarlo!
Cosa ho imparato da questa giornata?
- non sarò mai una ‘proprietaria’ perfetta, sono umana e posso fallire, prima me ne faccio una ragione e prima comincio a vivere meglio
- è arrivato il momento di affrontare i miei ‘mostri’ da sola
- ogni tanto va bene anche porsi meno domande, soprattutto se si tratta di domande mal formulate
- si può affrontare una gara anche senza essere perfettamente preparati