Stamani mi sembrava di essere in vacanza. Mi sono svegliata bella pimpante, mi sono preparata i pancakes e poi sono uscita con i cani...il tutto canticchiando.
Dopo la passeggiata con i cani ho fatto quello che da troppo tempo rimandavo: sono andata all’Università per capire quale fosse la mia situazione. Purtroppo, come temevo, non si tratta di buone notizie. Il sistema mi riconosceva come ‘rinunciataria implicita’, poi lo abbiamo convinto che forse forse non volevo rinunciare ed abbiamo cercato di capire quanti miliardi dovevo sborsare per poter finire gli esami e laurearmi…troppi!
Lì per lì non ho realizzato, ma una volta uscita mi sono resa conto dell'entità della somma ed ogni mia certezza ha cominciato a vacillare.
Poco male perché, di li a poche ore, sono entrata a lavoro ed ho avuto un pomeriggio d’inferno, con tanto di emicrania annessa, che gioia. Poi, siccome sono una testona, non ho voluto prendere medicine e adesso non riesco neppure a guardare lo schermo tale è l’intensità del dolore.
Spero che mi perdoniate, ma stasera proprio non riesco a scrivere più di così. Sono felice di aver avuto il coraggio di andare all’università, se non altro perché ne sono uscita indenne e senza vergognarmi.
Cosa ho imparato da questa giornata?
- l’emicrania quando arriva va sì ascoltata, ma va anche bloccata sul nascere
- odio la TV ad alto volume
- il rumore nuoce gravemente alla mia salute
- andare in segreteria dopo 7 anni dall’ultimo esame è meno spaventoso di quel che sembra, almeno finchè non scopri quanti soldi dovrai sborsare