Nella foto potete osservare il mio disperato tentativo di rimettermi in pari con i ben due corsi online a cui mi sono iscritta lo scorso Novembre.
La maledizione del ‘rimettersi in pari’ mi perseguita da quando ho memoria scolastica. Forse alle scuole elementari e poi alle medie non ero un caso disperato, ma alle superiori ero perennemente indietro sul programma. Ricordo scopracciate notturne e ricordo i buoni propositi di rimettermi in pari durante il weekend o durante le vacanze di Natale. Purtroppo ancora oggi, a distanza di tanti anni, ricado negli stessi tranelli, a dimostrazione che, evidentemente, non ho ancora imparato ad organizzarmi.
Ora qui la cosa potrebbe farsi complicata.
Qualcuno mi potrebbe dire: “Ne fai troppe” ed io a questo qualcuno potrei rispondere “E perché restavo sempre indietro anche a scuola?”. Volendo però potremmo guardare le cose da un’altra angolazione: metto tanta carne al fuoco in modo da ritrovarmi nella condizione di dovermi rimettere in pari, per confermare così una mia convinzione ed un mio schema comportamentale. Vi ho perso? Lo so, è complicato, ma da un punto di vista psicologico forse potrebbe essere la lettura più convincente della cosa.
Di certo non è questa la sede per sviscerare il problema, ma ci rifletterò.
Azzarderei anche un’altra interpretazione; forse vivo mettendomi continuamente alla prova per capire quali siano realmente i miei limiti. Secondo il mio compagno, molto semplicemente, non mi accontento mai ed anche questa potrebbe essere una spiegazione.
Bando alle ciance! Inutile dire che, nonostante abbia spento il cellulare ed eliminato ogni fonte di distrazione, non sono riuscita nell’impresa. Ho lavorato alacremente per 3 ore e sono arrivata appena ad 1/3 di uno dei due corsi, e la cosa peggiore è che non si tratta di programmi già terminati, bensì di un qualcosa che viene aggiornato settimanalmente. Dopo 3 ore ero fusa ed ho deciso di interrompere il lavoro, un po’ perchè nel frattempo ho avuto un’idea divertente per rimettermi in pari con il corso, un po’ perché volevo lasciarmi un po’ di tempo per leggere.
Ecco, leggere…e qui arriva l’altro scontro con la realtà! Trovo ironico, ma non troppo, che io oggi abbia dato due belle musate (contro la realtà appunto) proprio mentre sto leggendo un libro che parla di aspettative irreali e di come queste siano nocive e creino frustrazione. Il mio piano diabolico era terminare la lettura di Resisto dunque sono, per dimostrare a me stessa che sarei riuscita a leggere almeno un libro alla settimana. Certo, non è ancora mezzanotte quindi in teoria ho ancora un paio d’ore di attività, ma non so se il sonno avrà la meglio…lo scoprirete sicuramente domani perché se finisco il libro lo troverete sugli appunti di lettura.
Leggere un libro alla settimana significherebbe poter completare in un anno la sfida ’52 libri di crescita personale’ e significherebbe anche poter iniziare, l’anno prossimo, una sfida che ho in mente da diverso tempo: non comprare più libri finché non ho letto tutti quelli che ho in casa. Oddio, ma sapete che a vederla scritta nero su bianco questa cosa mi fa veramente paura? Devo ragionarla moooolto bene!
Insomma, tornando a noi, non mi sono rimessa in pari e non ho neppure finito il libro, ma è mai possibile che la domenica non compiccio mai niente?!? Sarà mica il caso che cominci a rendermi conto che, forse, la domenica è fatta per riposarsi?!? Non lo so e, a dimostrazione della mia testardaggine, temo di non essere ancora convinta.
Cosa ho imparato dalla giornata di oggi?
- se non uccide fortifica
- la resilienza e l’ottimismo possono essere allenati
- la primavera porta con se allergia e sonnolenza