Io mi sto impegnando tantissimo, ma nonostante tutto pare che quest’influenza non mi voglia abbandonare. Nei giorni scorsi sono stata leggermente più ottimista al riguardo, oggi invece sento incombere la nuvolina di Fantozzi. Per carità, non sono gravemente malata, non confondiamo i piani, però diciamo che contavo di essere in via di guarigione ed invece febbriciattola costante e notti passate a tossire.
Eh vabbè, mia mamma mi ha fornito il necessario per arrivare a lunedì e poi visita medica.
L’anno scorso ho concluso l’anno zoppicando, quest’anno con l’influenza. Chissà cosa sta cercando di comunicarmi il mio corpo? Qualsiasi cosa sia, cercherò di ascoltare più attentamente.
Nei giorni scorsi vi ho parlato di quanto abbia cercato di impiegare al meglio questo tempo di convalescenza, ma oggi, forse perché non ho dormito e mi sento debolissima, voglio farvi una confessione. Mi vergogno un po’, ma nonostante tutte le belle cose che vi ho raccontato e che sono comunque avvenute, in questi giorni l’uso del cellulare ha toccato dei picchi mai visti prima. Sono andata vicina alle 5 ore al giorno ed è veramente un pessimo segnale, urge un’inversione di rotta, il prima possibile.
Me ne vado in giro da qualche giorno con “The Tenant of Wildfell Hall” sotto braccio. Stamani ho letto due righe e poi sono stata bruscamente interrotta. Perché non lo sto leggendo? La verità è che ho paura di non riuscire a finire oltre 500 pagine entro domani sera e, una volta ripresi gli usuali ritmi lavorativi temo che sarà difficile portarmi avanti con la lettura.
Ma insomma, cosa sono adesso tutti questi frignistei?
Dai, voglio dare la colpa all’influenza che non mi dà tregua e voglio usare questo momento-tristezza per darmi una pacca sulla spalla e smettere di procrastinare. Come ho letto oggi su un post di Efficacemente: “smetti di pensare, agisci!”.