Con questa frase, nel lontano 1783, Vittorio Amedeo Alfieri esprimeva con quanta fermezza fosse disposto ad impegnarsi per diventare un autore tragico. Queste sue parole sono contenute in una lettere inviata, ironia della sorte, proprio dalla mia città, Siena. Si narra inoltre che, pur di non lasciarsi distrarre, il poeta si fosse persino fatto legare alla sedia.
Io non sono arrivata a tanto, ma ho spento il telefono e mi sono assicurata di lavorare sodo, almeno per un paio d'ore.
Ieri, durante la prima lezione di Crea Tempo, il corso di Efficacemente che ho iniziato a seguire, si è parlato di open loops, ovvero di tutte le questioni che, ogni giorno, lasciamo in sospeso. Queste, inutile dirvelo, affollano il nostro cervello contribuendo alla nostra incapacità di concentrarci a lungo. Ora, forse vi chiederete cosa c’entra questo con il mio impegno. Vi rispondo subito: le mie ricerche bibliografiche mi portano a creare open loops talmente grandi che potrebbero tranquillamente rappresentare la circonferenza alla terra. Questo fenomeno si traduce in un primo momento di smarrimento durante il quale, di solito, mi dimentico anche da cosa sia partita la mia ricerca, per poi passare ad una seconda fase in cui, in maniera anche piuttosto spietata, seleziono le informazioni più importanti al fine di creare un prodotto finale che esprima il mio punto di vista e che sintetizzi anche lo stato dell’arte.
uuuuuuuu, fatemi riprendere fiato!
Insomma, sono sommersa dai libri, ho un sacco di cose da fare e cosa ho combinato stamani? Beh, ieri sera non ho messo la sveglia perché di solito mi sveglio da sola intorno alle 7:30, di solito. Stamani ho aperto gli occhi e quando ho visto che ore fossero mi è preso un colpo. Erano le 9 e 44 minuti, quindi avevo già almeno due ore di ritardo sulla mia tabella di marcia. Mi sono alzata di colpo e TaraMaria, che dormiva beatamente a pancia in su, mi ha guardato preoccupata. Le ho fatto due coccole ed ho pensato, amen, ormai è andata, si vede che stavo male ed avevo bisogno di riposare.
Chi mi legge dagli 'albori', sa bene che cerco sempre di ascoltare i segnali che mi manda il mio corpo.
Lo sguardo di TaraMaria mi ha riportato al presente. Mi ero svegliata con due ore di ritardo e quindi? Ormai il ‘danno’ era fatto, potevo solo alzarmi e portare a termine quello che mi ero prefissata senza tante distrazioni. Niente panico, sacrosante parole.
Adesso ripercorro la mia giornata e posso dirmi soddisfatta. Certo, sono le 22:22 e sono ancora davanti ad uno schermo, ma non si può avere tutto dalla vita. A mia discolpa, il timer del mio telefono segna 1 ora e 36 minuti di attività di cui almeno 50 in macchina mentre guidavo per andare e tornare da lavoro. Calma calma, non sono una di quelle che guida e manda messaggi, ho semplicemente ascoltato le lezioni del corso Crea Tempo e fatto qualche telefonata.
Che dite? Bene, ma non benissimo? Sì, forse è ora di andare a letto.