“Anche stasera mi sono struccata…”: con queste parole ho commentato il mio post su Facebook e con queste stesse parole inizio questo post. Eh sì, perché le cattive abitudini sono sempre in agguato e stasera stavo per andare a letto senza struccarmi.
Oggi è venerdì, domani non lavoro e questo dovrebbe rendermi felice. Purtroppo oggi è anche il Giorno della Memoria e, sebbene io pensi che tale memoria andrebbe conservata ogni giorno, oggi mi trovo in difficoltà a scrivere il mio post.
Forse c’è un fondo di pudore, come se, in un giorno che ricorda un evento tanto drammatico quanto incomprensibile, io provi vergogna nello scrivere il mio solito post scanzonato.
Ma tale vergogna dovrei provarla ogni giorno perché ogni giorno nel mondo si consumano tragedie ed ogni giorno nel mondo ci sono persone che hanno problemi ben più gravi di un semplice struccante.
Di questo ne sono consapevole, ma allo stesso tempo sono consapevole della cura con cui mia nonna paterna si sistemava ogni giorno. Lei aveva visto la guerra, era stata povera, era stata bombardata, eppure non le pendeva mai un capello. Si metteva i bigodini e si dava lo smalto e, per le grandi occasioni, andava dalla sarta a farsi confezionare i vestiti. Mia nonna aveva una cipria profumatissima e si dava sempre la crema sul viso e sulle mani. Certo, mia nonna non era un’integralista della beauty care, ma non era neppure abbrutita. È pensando a lei che ho spazzato via i sensi di colpa; lei adesso non c’è più, ma se ci fosse sono convinta che mi spronerebbe a prendermi maggiore cura di me, perché la vita si rispetta, perché io la vita voglio ringraziarla.
Cosa ho imparato da questa giornata?
- che mia nonna è morta tanti anni fa, ma il suo ricordo vive in me e, se voglio, posso ancora chiederle consigli