Sono rientrata a casa verso le 19 esclamando a gran voce: “ora faccio merenda!” ed ero tutta soddisfatta della mia idea geniale finché mia madre non mi ha fatto notare che più che altro era ora di cena. Mi sono messa l’animo in pace ed ho cercato di tenermi impegnata per non sentire la fame.
Il pensiero successivo è stato: “porca paletta (non ho detto proprio ‘paletta’, ma è meglio depurare un po’ l’espressione originale), non ho fatto un bel nulla (ed anche qui, in realtà, ho pensato ad un’espressione ben più colorita di questa) per la mia lotta all’abbrutimento, sono spacciata (vi lascio immaginare la degna sostituzione di ‘spacciata’)!”.
L'unica speranza era avvantaggiarmi, cioè preparare una colazione sana per domani mattina e così ho fatto.
Alla mia solita ricetta di porridge a freddo ho aggiunto anche i semi di chia per due motivi principali. Ho scoperto che notte tempo anche loro ‘gonfiano’ ed ho letto che aiutano a controllare lo stimolo della fame. Ora, considerando che io la mattina mangerei almeno ogni 60 minuti, la trovo una giusta integrazione alla mia solita ricetta.
A proposito di ricetta, mentre mescolavo gli ingredienti ho pensato che, forse, se li avessi pesati prima, adesso avrei potuto scrivere una meravigliosa lista degli ingredienti con relativi pesi, ma così non è quindi provo con le dosi approssimative:
- una confezione di yogurt greco
- 5 cucchiaio (da minestra) di avena cruda
- 1 cucchiaio (da minestra) di semi di chia
- latte (mucca, capra, soia, avena, va bene qualsiasi tipo di latte) q.b. per ottenere consistenza più morbida (ad occhio e croce poco meno di 1 bicchiere)
Mescolare il tutto e lasciar riposare per tutta la notte in frigo. La mattina potete aggiungere un po’ di miele e frutta fresca e/o secca.
Bene, ora che abbiamo visto la mia ricetta super approssimativa, passiamo al cuore del problema. Perché sono arrivata 'di rincorsa'?.
La risposta, purtroppo, è molto semplice. Ho trascorso la mia tipica giornata fatta d’incastri e, nel giocare a tetris, mi sono dimenticata della parte più importante del puzzle: io. Eh lo so, lo so, tipico esempio di chi predica bene e razzola male. Scrivo pagine e pagine sull’importanza di prenderci cura di noi stessi e poi sono la prima a peccare, lo so, avete ragione!
Un’ulteriore prova della complessità della mia giornata è il mio telefono; la mia meravigliosa app, infatti, mi dice che oggi l’ho usato soltanto 1 ora e 29 minuti. Non solo sono infinitamente sotto alla mia media giornaliera di quasi 3 ore, ma apparentemente sono anche sotto alla media mondiale che, secondo i creatori di Moment (l’applicazione), si aggira intorno alle 4 ore.
Beh, che dire, avrò pure avuto una giornata d’inferno in cui ho fatto poco per me stessa, ma almeno ho limitato l’uso del cellulare. Ora, siccome voglio esagerare, chiudo il pc, spengo il telefono e mi metto a leggere…evviva le buone abitudini!