Ormai mi pare chiaro, le armi migliori che ho contro l’abbrutimento sono due: i pomeriggi con i miei cani e le gite al mare. Purtroppo si va incontro ad una stagione che renderà entrambe le cose molto complicate, ma cerco di godermi il momento.
Ripeto sempre che le lezioni migliori le imparo dai miei cani. So che per alcuni questa affermazione può sembrare assurda, fuori luogo o senza senso, quindi proverò a spiegarmi meglio. Quella in foto è TaraMaria “attaccata” ad uno dei suoi giochi. La guardo e penso: “mordi la vita”. Poi penso anche a quanto, talvolte, la nostra vita insieme riesca ad essere incredibilmente complessa. I miei cani sono la mia cartina al tornasole e riescono sempre a mettere a nudo ogni mio stato d’animo, nonostante i miei tentativi di dissimulare o negare l’evidenza.
Già con Saxon (l'altro mio cane, arrivato prima di TaraMaria) avevo capito che mi sarei dovuta guardare dentro, solo che evidentemente avevo bisogno di un'ulteriore prova.
I cani m’insegnano tanto su me stessa e su come sia possibile prendere la vita da angolazioni diversi. I cani mi insegnano ad osservare, a sospendere il giudizio ed a portare pazienza. I cani m’insegnano che tutto-e-subito può non funzionare e che vale la pena raggiungere una meta solo se nel viaggio ci siamo conosciuti e compresi. I cani m’insegnano che esistono tanti tipi di vittorie, tutte molto diverse fra loro e, soprattutto, m’insegnano a godermi il presente ed a vivere nel momento (il famoso qui-ed-ora).
Vi sembra poco?
Beh, in effetti mi hanno aiutato anche a riflettere sulla felicità ed a rivedere alcune priorità. Oggi ho finito di lavorare alle 14:00 e sapevo che avrei trascorso il pomeriggio in compagnia dei miei cani e del gruppo cinofilo con cui, quando posso, faccio un po’ di Rally Obedience (se mi avete seguito dall’inizio dell’anno avrete sicuramente letto il post sulla nostra prima gara). Appena uscita da lavoro mi sono incontrata con Biagio per un pranzo veloce e lui continuava a chiedermi: “Ma che è successo? Perchè sei così felice?”. E la mia risposta è stata semplicissima: “Sono uscita presto da lavoro, sto pranzando con te, fra poco vado a fare RallyO con i cani e c’è il sole. Cosa posso volere di più dalla vita?”
Oggi non potevo chiedere di meglio, gli ingredienti della felicità erano tutti lì.
Tornando agli insegnamenti, al titolo dell’articolo ed alla foto, TaraMaria mi ha anche insegnato a mordere la vita, con un filo di prepotenza, dosata bene, senza calpestare nessuno, ma senza neanche farsi mettere i piedi in testa. Lei, forse, di prepotenza ne ha in esubero, ma io troppo spesso non ne ho avuta abbastanza, quindi ben venga anche questo insegnamento, per quanto a volte scomodo da gestire da una prospettiva “umana”.
Scrivo di cani e mi rendo conto di aver fatto un papiro pur non avendo detto neppure un decimo di tutto quello che vorrei esprimere e penso che, forse forse, un certo progetto dovrei proprio portarlo a termine. Vi terrò informati.
Cosa ho imparato da questa giornata?
- la felicità è una cosa semplice
- a volte mi preoccupo troppo di quello che potrebbe accadere (le previsioni catastrofiche sono deleterie)