Correva il giorno #97 quando mi recai per la prima volta all’Università per Stranieri, dopo 7 lunghissimi anni, per cercare di riprendere in mano la mia laurea. Le notizie che ricevetti in data 7 Aprile 2017 erano piuttosto nefaste, tanto brutte da farmi ripetere, quasi fino alla nausea, la stessa frase: “sei una demente, hai letteralmente buttato nel cesso anni di studio e di fatica e, non ultimo, i soldi dei tuoi genitori”.
Avrei potuto ripetermi questa stessa frase all’infinito, avviando così un dialogo interiore (cioè quello che noi diciamo a noi stessi) a dir poco devastante. Avrei potuto farlo, ma non l’ho fatto. Ho semplicemente cercato di andare a fondo alla questione, magari prendendola da un’altra prospettiva, raccogliendo maggiori informazioni e cercando con più caparbietà una soluzione che potesse portarmi ad ottenere questa tanto desiderata laurea.
Non so ancora cosa succederà, ma so per certo che ho trovato una persona che ha preso a cuore la mia situazione e saprà aiutarmi.
Non si tratta di favoritismi, ci tengo a specificarlo, si tratta solo di sapersi destreggiare nella burocrazia che sta dietro ai mutevoli piani di studio che seguono i mutevoli corsi di laurea, studiati per adattarsi all’altrettanto mutevole mondo del lavoro.
Evviva i cambiamenti ed evviva Darwin che aveva già capito come girava il mondo: adattati o muori!
Scrivo questo post qualche ora prima che finisca la giornata perché stasera ho la mitica cena di classe. Ci rivedremo, 18 anni dopo e io non vedo l’ora.