La SPA in casa, ovvero operazione-piedi-perfetti, ovvero primo esperimento di spignatto.
Oggi è stata una giornata piovosa, quindi ho deciso di cogliere la palla al balzo e sperimentare una ricetta per uno scrub casalingo che avevo trovato tempo fa.
- 3 cucchiai di olio di cocco
- 3 cucchiai di olio d’oliva
- 3 cucchiai di zucchero di canna
Com'era la storia che il 3 è il numero perfetto? Ecco, appunto, 3 di tutto per non sbagliare.
Ovviamente ho dovuto aspettare che mia nonna fosse a letto per il pisolino pomeridiano, altrimenti non avrei mai potuto intrugliare liberamente. Mi sono sentita una delle protagoniste di occhi di gatto quando, furtivamente, ho raccolto tutti gli ingredienti e mi sono rinchiusa in bagno. Ho iniziato con un pediluvio tiepido e poi ho preparato lo scrub e mi sono massaggiata piedi e caviglie per qualche minuto. Certo, se trovate qualcuno che vi possa massaggiare, il godimento aumenta, ma già così non è male.
Quando sono al mare la mia pelle, soprattutto quella di gambe, piedi e viso tende a seccarsi in maniera talvolta molto fastidiosa e questo scrub, piuttosto oleoso, mi ha dato un sollievo immediato.
Domani, per coccolarmi un po’ la pelle del viso, una bella maschera non me la toglie nessuno! Certo non sarà home-made perché per i miracoli ci stiamo ancora attrezzando, ma è comunque un grosso passo avanti, se consideriamo i miei standard pre-disabbrutimento.
Ah, non fatevi false illusioni, nel novero delle ‘cose’ che si seccano con il sole e la salsedine, una menzione speciale va ai miei poveri capelli. Qualche giorno fa ho temuto di doverli tagliare, ma la gita di ieri all’Acqua&Sapone è stata provvidenziale. Solitamente utilizzo soltanto prodotti che acquisto direttamente dal parrucchiere, ma ultimamente sono stata meno organizzata e poi, con la ‘scusa’ del blog, mi diverto anche a fare un po’ di prove.
Delle prove sui miei capelli, tuttavia, vi farò un dettagliato resoconto prossimamente, forse alla fine dell’estate. Adesso spengo tutto e vado a fare la “zia”, un ruolo che posso ricoprire solo grazie ad alcuni amici che, più che altro, sono per me come fratelli e sorelle.