Avete piani B in caso di vento forte aiuta ad affrontare meglio le avversità, questo è un dato di fatto.
Stamani ho fatto uno sforzo immane ad alzarmi dal letto perché ero in preda a quello che ho ribattezzato un attacco di sonno birbone. Sarei voluta restare a letto almeno un altro paio di ore, ma siamo in Sardegna per pochi giorni ed è opportuno sfruttarli al massimo, vento o non vento.
Avevamo deciso comunque che ci saremmo spostati verso sud, Capo Comino e, qualora la situazione vento non fosse stata gestibile, ci saremmo diretti verso Dorgali o, in alternativa, Oristano. Sono partita da casa con la convinzione che non mi sarei lamentata del vento e così è stato.
Un po’ di sano ottimismo non guasta mai.
E infatti, la fortuna ha voluto che approdassimo alla spiaggia di Capo Comino dall’ingresso in cui si può parcheggiare gratuitamente, primo punto a nostro favore. Abbiamo camminato un po’ per cercare un luogo riparato e non troppo affollato per piantare il nostro fidatissimo ombrellone, ormai mio amico intimo nonché unico responsabile della mia salute mentale perché guai se resto con la testa al sole troppo a lungo…sto invecchiando, sapevatelo! Tornando all’ombrellone, al quale prima o poi darò un nome perché se lo merita, io e Biagio stiamo diventando sempre più esperti ed oggi abbiamo creato dei contrappesi con le buste di sabbia.
Mi sono sentita, a tratti, in un paradiso tropicale.
Nello zaino ho sempre l’e-reader ed un libro cartaceo, ma, per quanto io amo la lettura, c’è qualcosa che amo ancora di più: il mare. Mi piace guardarlo e, ancora di più, mi piace ascoltarlo. Oggi ero talmente estasiata che Biagio ha dovuto insistere per portarmi via dalla spiaggia.
Sulla strada del ritorno ci siamo fermati a Siniscola perché avevo deciso che non sarei tornata a casa senza il liquore di pompía, una specie di mandarino che cresce in questa zona. La mia determinazione era talmente forte che ci siamo imbattuti in un negozio di vini, la Taverna di Bacco, e menomale che Biagio aveva il bancomat altrimenti addio sogni di gloria. Ah, ovviamente io sono astemia, ma non posso dire lo stesso per il resto della mia famiglia, quindi, che regali siano.
Una volta rientrati, ho provato a convincere Biagio a rimanere in zona, vista l’ora tarda, ma lui è stato irremovibile: “si era detto di andare a Nuoro, mica avrai cambiato idea?!?”. Io, che sono famosa per cambiare idea circa 20 volte al minuto, ho sorriso e mi sono infilata in doccia.
A Nuoro, città natale di Grazia Deledda, è possibile visitare sia la casa sia la tomba del premio Nobel per la letteratura; certo, tutto questo se arrivate ad un’ora decente e non alle 21 come abbiamo fatto noi. Se arrivate per le 20:30 non vi resta che andare a cena e poi a fare serata in uno dei tanti locali presenti.
Peccato per noi, sarà per la prossima volta. Forse un giorno torneremo a visitare Nuoro in un orario decente, per oggi è andata così ma io, intanto, ne ho approfittato per mangiare i culurgiones…e finalmente direte voi, così la smetto di scocciarvi! Ah, già che c’ero, ho mangiato anche i ravioli di ricotta fritti con miele e zucchero a velo tanto, se non erro, avevamo detto che quest’anno la prova costume la facciamo per scritto, no?!?
Domani, stando alle previsioni, il vento dovrebbe calmarsi. Lo scopriremo solo al nostro risveglio, ma in ogni caso so che, comunque vada, sarà un grande successo.