Con ritardo perdonabile solo perché sono in ferie, ecco il riassunto del primo giorno di ferie: ho passato la giornata attaccata all’ombrellone nel disperato tentativo di non fargli prendere il volo.
Punto. Praticamente l’articolo potrebbe finire così, ma vi devo qualche spiegazione in più!
Pernottiamo a Posada e stamani abbiamo deciso di andare alla spiaggia Su Tiriarzu. Ora, ad essere sinceri, non è stata proprio una decisione degna di tale nome, diciamo che abbiamo seguito i cartelli che dicevano “spiaggia” e siamo approdati lí. Una volta arrivati al parcheggio, una ragazza si è avvicinata alla macchina ed io ho esordito dicendo: “non so esattamente dove siamo nè come ci siamo arrivati, ma siamo qui”. Ho accompagnato il tutto con un sorriso nella speranza che la giovane donzella non prendesse a calci la macchina e per fortuna la tattica ha funzionato. Ci ha spiegato dove fossimo ed io ho ripensato ad una delle scene che amo di più del film “About a boy”.
Una volta arrivati sulla spiaggia abbiamo notato la scarsità di popolazione e ci siamo molto compiaciuti della nostra scelta, peccato solo per il vento, un fattore che consiglio di tenere in considerazione a chiunque si trovi a soggiornare in questa meravigliosa isola. Verso le 14 abbiamo deciso di desistere e ci siamo andati a riparare dietro una duna. Abbiamo messo l’ombrellone quasi a terra ed abbiamo montato i tendalini laterali (o come volete chiamarli). A quel punto sono finalmente riuscita ad aprire l’e-reader ed a portarmi avanti con la lettura di GOT.
La spiaggia di Su Tiriarzu è bellissima, non c’è certo bisogno che ve lo dica io, su internet si trovano foto eccezionali. C’è un piccolissimo stabilimento, ma per il resto tutta spiaggia libera, intervallata da un paio di baracchini e dalle postazioni dei bagnini. Il costo del parcheggio per la giornata è di 5 euro e l’acqua costa 1 euro, quindi direi che come prezzi siamo nella norma.
Per cena abbiamo deciso di recarci nella ben più caotica e modaiola San Teodoro; avevamo prenotato il ristorante perché Biagio è l’esperto e l’addetto al compito, ma quando siamo arrivati lí ci siamo resi conto che c’era l’imbarazzo della scelta.
Io ho approfittato per comprare le ciabatte, dato che le mie erano restate a casa ed ho optato per un sobrissimo paio di infradito con le pecore, non potevo esimermi. Non contenta, dopo cena ho trovato anche un negozio che vendeva le Birkenstock e mi sono vista “obbligata” a comprarne un paio, per la loro comodità e come dovere nei confronti della mia schiena e dei miei talloni.
A cena avrei voluto mangiare culurgiones (ravioli tipici sardi ripieni di patate), ma alla fine ho optato per paccheri con seppie, zucchine e pesto di menta. Per non perdere l’occasione di mangiare qualcosa di tipico, dopo cena mi sono infilata in una pasticceria e adesso, in una scatolina ai miei piedi, ci sono dei dolcetti fatti con miele, mandorle e scorza d’arancia. Ovviamente mi sono già dimenticata il nome, ma domani ve ne saprò descrivere il gusto, con dovizia di particolari.
Scrivo questo articolo mentre, in macchina, stiamo rientrando a Posada. Biagio ha sbagliato strada nel momento esatto in cui mi sono distratta, o meglio estraniata, per mettermi a scrivere, ma adesso siamo a pochi chilometri dal B&B. Fra Posada e San Teodoro ci sono pochi chilometri e sembra quasi impossibile che siano luoghi così diversi.
Ho appena guardato fuori dal finestrino ed ho visto che la terra brucia, come troppo spesso sta succedendo in questa folle estate.
Incendio a parte e vento a parte è stata una bella giornata, velata, purtroppo, da un filo di tristezza per una notizia nefasta appresa stamani. Domani, grazie al consiglio di esperti, andremo in una spiaggia riparata dal vento e spero che, quel poco vento che ci sarà, portera con sé solo e soltanto buone notizie.