#day196 – Quando la situazione sfugge di mano

    Stamani sono uscita di casa per andare a fare la spesa e sono tornata così...

    Chiedo venie per gli odiatissimi puntini di sospensione, ma ho delle difficoltà serie a descrivere il mio shopping compulsivo mattutino. Tutto ha avuto inizio con una colazione luculliana al bar Lo Scuro (che vi consiglio vivamente di provare se vi trovate a Sinalunga) e fin lì tutto bene, poi ho avuto la malsana idea di andare a fare un giro nel negozio di scarpe che c’è di fianco ed ho scoperto che i saldi erano applicati non solo alle scarpe, ma anche alla linea GUM di Chiarini e lì è stato l’inizio della fine.

    Stamani ero talmente abbrutita che non avevo neppure preso la borsa e mi aggiravo per i negozi con il borsello ed il cellulare in mano.

    Vi rendete conto vero?!? 195 giorni di impegno costante ed al 196esimo giorno esco senza borsa, sono senza speranze! Tutto questo per giustificare l’acquisto della serissima pochette con la stella cometa/arcobaleno (io e Biagio stiamo ancora disquisendo sulla corretta nomenclatura). Per la borsa giallo oro invece non ho molte scuse, se non che è piccola ed ha una comodissima tracolla.

    La scusa per i sandali è la migliore: me li ha regalati Biagio.

    Le righe bianche e nere dei sandali hanno ‘causato’ l’acquisto del pantalone fiorato perché diciamocelo, quando mi ricapita di fare un abbinamento così? Appunto, ho colto l’occasione al volo, sono stata costretta dalle circostanze. Gli orecchini con la zampetta non hanno bisogno di spiegazioni, dovevano essere miei da mesi ormai.

    Per le Roshe invece è tutta colpa del colore e, soprattutto del prezzo stracciato.

    Bene, ora che mi sono giustificata come si deve, passiamo al lato piacevole. Fino a pochi anni fa, facevo shopping in maniera un po’ preoccupante, non solo per la quantità di cose acquistate, ma anche e soprattutto per il fatto che molto spesso comperavo oggetti dei quali non ero convinta e che, in fondo, non mi servivano. Certo, se guardo la foto posso affermare di non aver bisogno di nessuna delle cose ritratte, ma sono comunque soddisfatta dei miei acquisti perchè sono stati fatti in maniera oculata.

    In estate amo indossare le pianelle e la mia schiena chiede insistentemente un cambio di rotta, magari qualche centimetro di tacco per darle un po’ di sollievo è una buona idea. Le pochette sono un altro must dell’estate, non che ne abbia molte, ma quelle poche che ho non restano mai rinchiuse nel cassetto.

    Lo stesso vale per le tracolle, sia lodato l'inventore di tanta comodità.

    Insomma, stamani sono uscita pensando di andare a fare la spesa ed invece mi sono trasformata in Julia Roberts quando, in Pretty Woman, va a fare shopping sfrenato in Rodeo Drive. Ecco, magari sorvoliamo sulla professione della protagonista del film, ma in quanto a frivolezza e spensieratezza ci siamo.

    Dopo tutto questo parlare di shopping e consumismo, prima che voi pensiate chissà cosa di me – e sicuramente lo avrete già fatto perché è un vostro diritto – ci tengo a concludere con una frase che ho letto oggi e che è parte integrante del testo della canzone che sto per condividere (per la seconda volta!):

    “Le cose migliori della vita sono gratis”
    “The best things in life are free”

    Cosa ho imparato da questa giornata?

    1. le mie doti culinarie hanno bisogno di una rinfrescatina
    2. non finisco mai di sorprendermi di me stessa, nel bene e nel male