Chi l'ha detto che noi donne dobbiamo farci belle solo quando usciamo con gli uomini?!?
Nessuno, e infatti io stasera sono uscita con le mie amiche, con le citte dell’82. Vi spiego meglio, essendo io particolarmente attiva nei movimenti migratori, ho deciso che le mie amiche ‘storiche’, quelle che vivono alle Serre e con le quali ho condiviso la maggior parte dell’adolescenza, si chiamano ‘le citte dell’82’.
Un'ottima annata direi.
Sono già diversi giorni che voglio scrivere qualcosa su di loro, ma non ho mai trovato il tempo e la tranquillità per farlo fino a stasera. Il nostro gruppo è composto da 7 elementi di cui solo 2 sono sprovviste di prole e fede al dito ed io sono fra quelle 2. Dei 7 elementi, 4 vivono ancora alle Serre, io abito a Siena, Laura a Firenze e Marta ddirittura in Germania. Ci siamo sempre volute molto bene ed io mi sono sentita accolta sin dal primo momento. Se avete letto il mio post di lunedì, sapete che io non sono nata alle Serre di Rapolano, ma mi ci sono trasferita in seconda media. Il gruppo era già formato, le mie amiche andavano a scuola insieme, io invece ero iscritta a Siena e lì sono rimasta. Avrebbero potuto dirmi ‘ma che vuoi tu da noi?’, ‘chi sei tu straniera?’ e invece la mattina eravamo separate, ma il pomeriggio eravamo inseparabili.
In occasione dei vari matrimoni è capitato di ritrovare lettere e stralci di diario che mi hanno riportato alla mente quanto stretto fosse il nostro legame.
Io purtroppo ho buttato gran parte delle prove cartacee del mio passato. L’ho fatto in un momento in cui sentivo il bisogno di fare pulizia e, se potessi tornare indietro, non credo lo rifarei. A tal proposito, è da un po’ che vorrei rientrare in soffitta a casa di mia madre perché sono convinta che qualcosa sia sfuggito alla mia ‘distruzione programmata della memoria‘, chissà che non riesca ad organizzarmi presto…
Fine della digressione, torniamo all’argomento principale, le citte dell’82. Un paio di settimane fa ero in macchina con Biagio quando all’improvviso, nel parcheggio della farmacia delle Serre vedo la mia amica Marica con la figlia, poi sposto lo sguardo e vedo una macchina con la targa tedesca, a quel punto metto la mano sulla maniglia di apertura dello sportello della macchina ed inizio ad urlare come una pazza: “ACCOSTAAAAAAAA ci sono quelle CITTEEEEEEE”. Biagio, che ormai mi conosce, non si scompone ed accosta mentre io mi lancio fuori dalla macchina lasciando lo sportello spalancato. Ovviamente anche Marta scende dalla macchina con sua figlia e ci corriamo tutte incontro.
Mentre correvo verso le mie amiche mi sono resa conto che loro avevano per mano le loro figlie le quali, poverine, avevano davanti agli occhi una pazza sconosciuta, piuttosto alta, cioè io, che le stava ‘caricando’. Mi sono soffermata un secondo per valutare la situazione ed è successa una delle cose più sorprendenti che io abbia mai visto: le bambine stavano sorridendo, un sorriso sincero nei confronti di una sconosciuta che stava correndo verso di loro. A quel punto, ovviamente, non c’è stato più nulla che mi abbia fermato ed ho potuto liberamente ‘stritolare’ le mie amiche.
Il sorriso di quelle bambine mi ha fatto riflettere molto.
Lo so, ci sono i neuroni specchio, ma io penso che in quel caso il loro comportamento fosse principalmente legato allo stato d’animo delle loro mamme. Pochi minuti dopo si è aggiunto al trio un’altra nostra amica che, per l’appunto, si trovava a passare di lì con sua figlia. Anche loro sono scese dalla macchina e mentre noi ‘grandi’ parlavamo le bambine si sono messe a giocare sedute sul muretto. Hanno età diverse ed una di loro vive in Germania, ma era come se fossero amiche da sempre, nessuna lite, solo complicità e collaborazione.
La sera avrei voluto scrivere un messaggio alle mie amiche per dire loro che sono orgogliosa di loro e del loro essere mamme, di come stanno crescendo queste meravigliose creature che presto diventeranno il nostro futuro. Vedere la serenità di quelle bimbe mi ha scaldato il cuore; è questa la bellezza di cui il mondo ha bisogno.
Stasera siamo state a cena insieme, non tutte e 7, eravamo solo 4 e la quinta si è aggiunta dopo cena.
Ci siamo salutate nella speranza di vederci presto, poi io e Manila siamo rimaste in macchina a parlare fino a tarda ora, e se non fosse che lei a casa ha un marito e due splendide bimbe, forse saremmo ancora lì a spettegolare ed a ridere, come se il tempo non fosse mai passato. Questa è la magia dell’amicizia, quella vera, quella che ti lega per sempre e quella su cui sai di poter sempre contare.
Cosa ho imparato da questa giornata?
- le citte dell’82 sono e saranno sempre il mio punto fermo
- alle Serre a Maggio ci sto proprio volentieri, soprattutto durante il Serremaggio
- la giusta compagnia ti fa dimenticare una giornata campale a lavoro