Prima di scrivere qualsiasi cosa, vorrei fare una premessa importante: parlerò di ritenzione idrica con la piena consapevolezza che al mondo ci siano un’infinità di cose molto più importanti di questa, ma del resto io sto raccontando la mia battaglia contro l’abbrutimento quindi vi chiedo gentilmente di non indignarvi.
Digitando 'ritenzione idrica' su Google si viene subito a scoprire che si tratta di un disturbo che colpisce circa un 30% della popolazione italiana.
Inutile dire che consigli, cure e rimedi si sprecano, ma ad oggi io non ho trovato nulla di definitivo. A 20 anni avevo intrapreso una vera e propria battaglia contro la ritenzione idrica provando praticamente qualsiasi cosa (lecita!) fosse in commercio. I risultati in effetti c’erano, ma erano strettamente legati ai trattamenti, peraltro piuttosto costosi, a cui mi sottoponevo. 15 anni fa avevo più tempo e più soldi ed evidentemente le mie priorità erano diverse.
Adesso la ritenzione idrica c'è, ma la noto molto meno.
La frase che ho appena scritto è pericolosa perché, mentre da una parte denota una certa maturità, dall’altra mi ha fornito la scusa perfetta per trascurarmi. La mia ritenzione dipende principalmente da un microcircolo estremamente lento e questo, nel lungo termina, ha delle conseguenze ben peggiori della buccia d’arancia e ve lo dico perché le gambe di mio nonno ne sono una prova.
Rimanendo fedele alla mia idea sugli integratori, ovvero che se ne debba fare un uso oculato perché la cosa più importante è nutrirsi con un certo criterio, ho deciso comunque di dare una piccola spinta al mio organismo, qualcosa per risvegliarlo un po’ dopo tutti questi anni di abbrutimento. Devo dire che le vitamine per i capelli stanno funzionando, vediamo se sarà lo stesso per questo riattivatore del microcircolo a cui intendo far seguire un drenante…mi pare evidente che l’avvicinarsi della prova costume cominci a sortire i suoi effetti, incluso il classico ‘avrei dovuto pensarci prima’.
Sai che s'é?!? 'sti c***i!
No no, non vi offendete, non è una vera e propria parolaccia, è una specie di mantra che devo ripetermi per ricordarmi che, ogni tanto, è bene che mi faccia scivolare le cose addosso. Devo dire che funziona, ve lo giuro. Prima prendevo tutto come una questione di vita o di morte, ma da quando ho iniziato a praticare lo ‘stica**ismo riscontro un notevole miglioramento nel mio modo di reagire alle situazioni e, di conseguenza, di affrontare la vita. E ancora, scusate la monotonia, ma questa è l’ennesima lezione che ho imparato grazie ai miei cani, per motivi che sarebbero troppo lunghi da spiegare adesso e con modalità che richiederebbero un blog a parte. E chissà che non decida di scriverlo…
Cosa ho imparato da questa giornata?
- a volte mi sottovaluto per paura di non essere all’altezza, ma non dovrei farlo
- quando sono stanca devo riposarmi (chissà quante volte l’ho già scritto e quante ancora dovrò scriverlo
- è bello riscoprire l’emozione di pianificare un viaggio
- devo comprare un po’ di taccuini perché le liste si sprecano