Prima ancora di scrivere della mia lettura, vorrei far notare a tutti che Aloe (sì, è il suo nome proprio!) gode di ottima salute, alla faccia di chi la dava per spacciata ancor prima che arrivasse a casa.
Poi, con estremo ritardo eccomi finalmente decisa ad iniziare la lettura di Maggio. Chi mi segue da un po’ sa che ad inizio anno, per spronarmi a leggere, ho aderito a diverse sfide di lettura su Goodreads. Quella che sto portando avanti più assiduamente si chiama ‘sfida a tema’ e prevede che ogni mese si legga un libro su un determinato tema. Come viene scelto l’argomento del mese? Semplice, per il mese di Gennaio la scelta è toccata all’ideatrice della sfida, dopodiché lo scettro viene passato di mese in mese a chi vince la sfida, cioè a chi finisce per primo di leggere il libro.
Poiché la lettura di Aprile me la sono consumata in un giorno, il tema del mese di Maggio l’ho scelto io.
E cosa mai avrò scelto?!? UK, ovvio! Ho chiesto agli altri partecipanti di cercare un libro che in qualche modo rappresentasse un aspetto interessante e sconosciuto del Regno Unito ed io mi sono buttata su Watching the English. Sono molto affezionata a questo libro perché l’ho comprato durante il mio soggiorno a Manchester. Ammetto di aver iniziato a leggerlo qualche anno fa e di essermi bloccata in seguito ad una prefazione un po’ troppo ampollosa. L’autrice, Kate Fox, si occupa di antropologia sociale e vi basti sapere che lavora ad Oxford per capire che non è proprio l’ultima arrivata. Sa quello che scrive, ma 20 pagine di prefazione in cui quasi sembra scusarsi per quello che andremo a leggere nel suo libro mi sembra un filo troppo politically correct…giusto un filo eh! Anyways, avevo una gran voglia di riprendere in mano il libro e di iniziare a leggerlo sul serio e così stasera si comincia con la sfida.
Ovviamente sono ancora al ‘caro babbo’ con La scuola cattolica, ma il 2017 finisce il 31 Dicembre, c’è tempo.
Oggi è uscita anche la seconda lezione del mini corso che sto seguendo con il Dott. Filippo Ongaro; avrei potuto guardare quella, ma ho optato per la serata frittini dato che ad Aprile era saltata e dato che trovo corretto lavorare sul mio grasso viscerale, altrimenti come faccio a sperimentare tutte le tecniche che sto imparando e che imparerò? Mi pare ovvio che occorra la materia prima e mi pare altrettanto ovvio che i miei rotolini, per quanto praticamente inesistenti, mi provochino una certa frustrazione. Qui credo di dovere delle spiegazioni. Non sto dicendo che sono grassa, sto solo dicendo che sedermi e sentire il rotolo di ciccia sotto il reggiseno mi crea dei problemi. Il rotolo non si vede perché porto magliette larghe e se sto impettita non si forma neanche, ma io so che è lì, in un luogo dove non è mai stato. Kundera mi capirebbe molto profondamente; non si tratta di canoni estetici, si tratta solo di sentire il peso di tutto quello che ho addosso.
Io non sopporto neppure gli abiti stretti.
Parlare del rapporto che si ha con il proprio corpo credo sia uno degli argomenti più pericolosi e scivolosi che si possano scegliere quindi mi fermerò sui anche se credo di avere molto di più da dire, ma non è questo il momento. Ultimamente mi capita molto spesso di sentire il desiderio di scrivere le mie riflessioni sul taccuino ‘virtuale’, ma gli impegni quotidiani finiscono per avere sempre la meglio. Mi dispiace molto, cercherò di ritagliarmi più tempo, per me, per le mie emozioni e per dar loro vita.
Cosa ho imparato da questa giornata?
- Aloe è meravigliosa
- lavorare senza interruzioni è stimolante, ma, a lungo andare, è devastante
- per quanto mi vergogni ad ammetterlo, il rotolino mi scompensa