Negli ultimi giorni mi sono trovata un po’ a corto di idee rispetto alle azioni anti abbrutimento così ho pensato che fosse arrivato il momento di prendere qualche spunto altrove e di approfondire temi a me cari, ma di cui so poco o niente.
Come avrete probabilmente letto in alcuni dei post passati, sono tanto attenta all’alimentazione dei miei cani, ma quando si tratta della mia faccio acqua da tutti i buchi! Ora, ad inizio anno le problematiche erano molteplici, prima fra tutte la difficoltà organizzativa e la conseguente crisi isterica ogni qual volta mettevo piede nel supermercato. Ad oggi non dico di aver raggiunto la perfezione, ma almeno sotto questo aspetto sono migliorata al punto da trovare quasi una sorta di divertimento quando sono in giro ad approvvigionarmi di cibo. Non solo, nelle giornate decisamente no, riesco comunque a prendermi con filosofia ed alla fine qualcosa in tavola ci finisce sempre.
Considerando questo piccolo miglioramento, mi sento pronta ad affrontare il secondo macro-problema: COSA finisce sulla mia tavola?
E qui ci casca l’asino! E l’asino ci casca per svariati motivi. Prima di tutto nessuno nasce imparato e fin qui tutti d’accordo, ma il problema vero e proprio nasce quando il povero ignaro si mette alla ricerca delle informazioni necessarie…e qui si apre un mondo, anzi IL mondo delle ricerche internet. Lo so, ci sono un sacco di professionisti laureati a cui potrei affidarmi e che potrebbero seguirmi in tutte le mie fasi alimentari, ma io non sono un’estremista e quindi vorrei solo avere delle linee guida da poter seguire e da cui potermi distaccare consapevolmente ogni qual volta senta il bisogno di sgarrare mangiando un gelato o una crepe alla Nutella!
E allora come si reperiscono le informazioni?
Sicuramente ci sono molti libri in giro ed altrettanti siti web a cui poter fare riferimento. Ovviamente io sto parlando di me stessa, trentacinquenne che , al momento, non ha patologie particolari, non è in sovrappeso e vuole soltanto migliorare il proprio stile di vita con fini preventivi. Nel caso di malattie o patologie va da sé che il ricorso al professionista sia obbligatorio. Scusate la precisazione, ma non vorrei mai passare come l’espertona di turno che elargisce consigli ad minchiam (e scusate il francesismo!).
Durante le mie ricerche mi sono imbattuta in un sito, Real Way Of Life, che propone diversi webinar gratuiti interessanti, tra cui quello a cui ho partecipato oggi: “Come l’alimentazione influisce su salute, pensiero, umore e comportamento”. Sono stati 30 minuti molto interessanti e ricchi di informazioni, alcune delle quali fin troppo accurate e scientifiche, proprio come piace a me. Pensate che ho persino scoperto l’esistenza di una parola italiana lunghissima: psiconeuroendocrinoimmunologia…e io che parlavo male del tedesco! Tranquilli, la potete abbreviare con la sigla PNEI e, se ho capito bene, sta alla base della medicina integrativa.
Tanto per cominciare, a quanto pare, oltre a mangiare male, mangiamo anche troppo! I troppi carboidrati, le troppe proteine animali modificate, il troppo glutine ed i troppi zuccheri portano ad un malfunzionamento cellulare che si trasforma in un’infiammazione cronica. Questa infiammazione cronica si manifesta nel maggiore dei casi con il grasso viscerale, ovvero con quella pancetta che proprio non si riesce a smaltire.
E già l'inizio non è dei più incoraggianti, ma andiamo avanti.
Finalmento ho avuto maggiori informazioni sull’importanza degli Omega3. A quanto pare gli Omega 3, 6 e 9 (non sto dando i numeri!) devono essere bilanciati tra loro altrimenti si fanno più danni della grandine. Il rapporto ideale dovrebbe essere 1 Omega3 ogni 2 Omega6 e perdonate l’inesattezza medico-scientifica dei termini, ma è giusto per capirsi.
Dopo gli Omega siamo passati al falso mito del colesterolo.
Qui ho scoperto che il colesterolo si divide in endogeno (80-85%) ed esogeno (15-20%). Il colesterolo esogeno è quello che si assume con la nostra dieta, mentre quello endogeno viene prodotto dal nostro fegato a partire dagli zuccheri che ingurgitiamo durante il giorno…ed ho cominciato a tremare!
Cosa fare quindi?
Grazie al cielo, anche i maggiori esperti si sono resi conto che cambiare abitudini alimentari non è affato semplice; è una questione di allenamento che va affrontata in maniera graduale con costanza, pazienza ed un obiettivo ben preciso. La Dott.ssa Sara Achilli, CEO di Real Way of Life, consiglia come primo obiettivo quello di spegnere l’infiammazione cronica riducendo tutti i cibi proinfiammatori, i prodotti manipolati industrialmente ed il glutammato. Consiglia inoltre di aumentare l’apporto di grassi di qualità e di verdure in foglia e di cucinare a temperature ridotte.
Ce la farò a rinunciare alla pizza? Ovvio che no, non ci penso neanche, ma proverò a tornare alle buone abitudini di una volta: non più di una pizza a settimana!
Cosa ho imparato da questa giornata?
- anche in italiano esistono parole lunghissime
- il colesterolo è prodotto dal mio fegato