Sono sempre stata attratta dalle biografie, ma prima di oggi non ero mai riuscita a finirne neanche una. Quella di Michelle, ovviamente, è stata una piacevole eccezione.
Struttura del libro
Il libro é suddiviso in tre parti dai titoli estremamente chiari.
Becoming me (diventare me)
In questa prima parte conosciamo Michelle Robinson, nata e cresciuta in una casa minuscola, circondata dalla musica e nutrita dall’amore della sua famiglia. Sin da piccola Michelle si descrive come una bimba estremamente determinata ad emergere ed altrettanto convinta di voler spuntare tutte le caselle della sua to do list.
Dopo aver frequentato Princeton ed Harvard, trova immediatamente lavoro come avvocato in uno studio all’interno del quale conoscerà appunto il futuro marito. Questo incontro arriva in un momento in cui le ore passate fra le scartoffie stanno cominciando a far vacillare le convinzioni della determinata Michelle che, nonostante uno stipendio competitivo, proprio non si sente realizzata.
E questa prima parte si conclude proprio con il primo bacio fra Michelle ed Obama.
Becoming us (diventare noi)
Questa parte si concentra prevalentemente sugli aggiustamenti lavorativi di Michelle (che non ha certo paura di cambiare lavoro), sulla nascita delle loro figlie e, ovviamente, sulla estenuante campagna elettorale.
Racconta inoltre delle difficoltà che ogni donna incontra quando si trova a dover bilanciare la carriera e la famiglia, il tutto reso ancora più complesso dalla campagna elettorale che vedeva Obama impegnato 7 giorni su 7 in diverse città degli Stati Uniti.
Becoming more (diventare qualcosa di più)
Dopo l’election day ecco che Obama e Michelle diventano POTUS (President Of The United States) e FLOTUS (First Lady Of The United States).
Michelle descrive alla perfezione le difficoltà di una famiglia che si trova improvvisamente sotto ai riflettori di tutto il mondo e che non è più libera neanche di uscire a cena. Insomma, se siete la moglie del presidente degli Stati Uniti dimenticatevi gli appuntamenti romantici con vostro marito, ma dimenticatevi anche la libertà di poter uscire di casa con i capelli un po’ in disordine ed una bella tuta da ginnastica (io potrei impazzire!).
In questa parte Michelle ci racconta anche un paese consumato dalla violenza e dalle condizioni atmosferiche avverse. Racconta anche di come un giorno si festeggi per la cattura di Bin Laden ed il giorno dopo si piangano le vittime di un massacro o di uno scontro a fuoco (inevitabili conseguenze della facilità con cui negli Stati Uniti ci si può procurare un’arma da fuoco).
Sul finire di questa terza parte ho temuto che Michelle ci avrebbe raccontato tutti gli scabrosi particolari del passaggio di consegne a Trump, ma lei è stata una signora ed ha lasciato il gossip in mano alla stampa.
Il suo racconto si conclude con i saluti allo staff e con alcune considerazioni importanti rispetto al valore della storia che lei ed Obama hanno saputo scrivere durante gli 8 anni di mandato presidenziale.
Perché dovreste leggerlo
Trattandosi di un’autobiografia è normale che Michelle parli di sé stessa, ma non lo fa mai in maniera egocentrica. Piuttosto, lo fa in funzione della storia del suo paese. In un certo senso è come se la Michelle che abbiamo imparato a conoscere in queste pagine ed anche nei panni di FLOTUS, non sarebbe mai esistita se non fosse nata negli Stati Uniti da una famiglia povera con un trisavolo sepolto in chissà quale ex piantagione di cotone.
Insomma, questa non è un’autocelebrazione.
Vi consiglio vivamente di leggerlo se siete interessati a conoscere aspetti della storia americana che non sono riportati nei libri di scuola ed anche se avete voglia di capire l’importanza delle scelte. Michelle non ama particolarmente la politica, eppure, quando si è ritrovata a vestire i panni di First Lady ha fatto il possibile per realizzare alcuni progetti che le stavano a cuore.
Michelle Obama crede nell’inclusione e crede nell’importanza che i bambini rivestono nella nostra società (sono il nostro futuro). Per questo, come First Lady, ha saputo approfittare di una posizione in un certo senso privilegiata per poter dar vita a progetti importanti come Let’s Move!, Reach Higher, Let Girls Learn e Joining Forces.
Per me è un libro che parla al cuore e grazie all’ottimismo tipico di Michelle Obama è anche un libro che riaccende la speranza in un mondo migliore, un mondo in cui è ancora possibile fare qualcosa di significativo nonostante tutto il cinismo che contraddistingue la scena politica.
Perché becoming
La forma -ing in inglese serve a sostantivare un verbo, ma serve anche ad indicare azioni in divenire. Per Michelle Obama la vita è proprio questo, un continuo divenire, un continuo scrivere e riscrivere la nostra storia. Lo scopo è semplice: vivere in armonia con noi stessi e rendere il mondo un luogo migliore in cui trascorrere la nostra esistenza.
Benissimo, direi che è arrivato il momento di comprare il libro! Lo potete ricevere comodamente a casa vostra in versione inglese, versione italiana o se preferite in formato e-reader.