Ho pensato molto al titolo per questo articolo.
Avrei potuto optare per un ‘banale’ relax oppure mi sarei potuta lancaire in qualcosa di più acculturato come ad esempio ‘vuoto fertile‘. Quest’ultimo è un concetto che appartiene alla terapia della Gestalt, argomento che ho avuto modo di approfondire durante il mio master in Counseling. Secondo la Gestalt, fra un’esperienza e l’altra si attraversa, o perlomeno si dovrebbe, un periodo di ‘nulla’, ovvero di vuoto fertile. Questo ‘nulla’ (e perdonate l’inesattezza del termine, ma non voglio farla complicata) dovrebbe servire ad interiorizzare l’esperienza appena trascorsa ed a prepararci ad affrontarne una nuova.
Il solo pensare al titole dell’articolo mi ha portato alla mente questo concetto che, a sua volta, mi ha fatto tornare in mente l’horror vacui di cui parlavo sabato.
E come sempre, quando condanno aspramente qualcuno è perchè, sotto sotto, sono io la prima a commettere lo stesso errore. Nel post di sabato mi riferivo all’uso smodato del telefonino. Oggi ribalto su di me questa riflessione, non tanto pensando allo smartphone, quanto piuttosto al mio modo di riempire ogni secondo libero con qualcosa da fare.
La verità è che mi sento in colpa a riposarmi e questa è l'epiphany del giorno.
Sono un paio di giorni che l’emicrania mi sta dando problemi di vista, così oggi, appena tornata da lavoro, mi sono sdraiata sul letto. I cani, di solito, sono piuttosto euforici al mio ritorno, ma oggi doveva essere chiaro anche a loro che non avevo le forze di fare nulla e così si sono messi vicino a me. Non ho dormito perché comunque non avevo sonno. Mi sono messa a guardare un video di una nota agilista, tale Susan Garrett (chi pratica l’agility con il proprio cane sa di chi sto parlando) ed è proprio mentre lo guardavo che ho avuto l’illuminazione. La Garrett è un mito ed è anche simpatica, ma io oggi non avevo voglia di stare a sentire nessuno, neppure lei. Quindi ho spento tutto, ho ignorato il libro che avevo portato con me, ho chiuso gli occhi e per un po’ ho ascoltato il respiro dei miei cani.
Non pensate male, non mi sono addormentata neanche in questo caso!
In realtà mi sono ritrovata a fare ulteriori riflessioni, proprio sul ciclo del contatto gestaltico. Il ciclo del contatto, anche detto ciclo dell’esperienza, rappresenta il modo in cui ci rapportiamo alle esperienze e prevede 5 fasi:pre-contatto, presa di contatto, contatto pieno, post contatto ed infine il famoso vuoto fertile.
Ecco, il mio ciclo del contatto deve avere qualche problema perché si inceppa sempre dopo il contatto pieno saltando a piè pari la fase del post contatto per inabissarmi poi nel vuoto fertile che però, senza post contatto, è più che altro un vuoto sterile. Tradotto in soldoni, quando c’è da stringere i denti e tirare le somme, tendenzialmente sento il bisogno di svaccarmi e tale bisogno è solitamente dettato dalla paura di affrontare una fase per me tanto cruciale quanto spaventosa.
Oddio, mi sa che oggi pomeriggio ho pensato un po' troppo.
Forse sì o forse no, perché a dirla tutta, il momento ritratto in foto me lo sono veramente goduto. Sì è vero, forse la mia mente non è stata sempre sempre sempre concentrata sul presente, ma almeno per qualche minuto sono riuscita a non pensare a tutte le cose che avrei dovuto e potuto fare anzichè riposarmi. Forse è arrivato il momento che provi qualche tecnica di meditazione, forse.
Cosa ho imparato da questa giornata?
- il riposo è un diritto di cui non devo privarmi
- le coccole di Sax sono preziose
- starei ore a guardare i cani, non solo i miei