A distanza di oltre una settimana dal primo passo nel mondo del lettering, ho ritenuto necessario muovere il secondo passo.
Temendo per l'incolumità delle mie finanze, mi sono addentrata in un negozio di belle arti.
Appena entrata sono stata accolta dal proprietario al quale ho prontamente chiesto i pennarelli dual brush. Per mia fortuna non avevano i Tombow; avevano un’altra marca altrettanto buona, ma decisamente più economica. Quando mi sono resa conto della quantità di sfumature di colori in vendita ho capito di avere un problema. Come un personaggio fantasy, o un supereroe se preferite, ho richiamato a me tutte le forze, ho combattutto contro il demone dello shopping sfrenato ed ho scelto solo 2 colori: nero e verde acqua.
A quel punto avrei dovuto pagare, ma erano 10 anni che non rimettevo piede in un negozio di belle arti, così ho chiesto ai proprietari se potevo comunque fare un giro per il negozio. Non avevo bisogno di comprare altro, ma volevo comunque dare un’occhiata.
Un tuffo nel passato ed un tuffo al cuore.
Ho pagato e quando sono salita in macchina mi si sono riempiti gli occhi di lacrime: mi ero visibilmente commossa. La parte più cinica di me mi ha subito detto che le lacrime erano solo il risultato degli sconvolgimenti ormonali a cui noi donne siamo sottoposte una volta al mese, ma per fortuna non di solo cinismo sono fatta. Ed a tal proposito, cioè a proposito di personalità, come non pensare a Virginia Woolf ed al suo capolavoro Orlando:
For she had a great variety of selves to call upon, far more than we have been able to find room for, since a biography is considered complete if it merely accounts for six or seven selves, whereas a person may have many thousand […]
Vedete, penso che il mio cinismo sia solo la mia corazza, quella che ognuno di noi sceglie di costruirsi e quella a cui ognuno di noi dà la forma che preferisce. Io sono diventata cinica per difendermi dal mondo, perché la mia sensibilità mi spaventava, ma così facendo ho dovuto annientare la parte di me che forse preferivo, quella che mi faceva sentire una persona reale. Amavo leggere, mi commuovevo con le poesie, al cinema, di fronte ai quadri, ascoltando la musica.
Stamani camminare in quel negozio mi ha riportato indietro nel tempo, mi ha riportato agli anni in cui sui banchi di scuola c'erano matite, acquerelli, pennarellini a china e fogli, tanti fogli.
Io non sono un’artista, non lo sono mai stata. I miei disegni erano ben eseguiti, la tecnica era impeccabile, ma mancavano di personalità. Ho sempre pensato che sarei stata una brava artigiana, ma mai un’artista e per questo, finito l’Istituto d’Arte, anzichè fare l’Accademia ho pensato di intraprendere altre strade, molte strade, forse troppe.
Non mi pento delle mie scelte, mi dispiace semmai non aver notato ascoltato alcuni ‘segnali’, per paura ovviamente. Paura di non essere all’altezza e paura, forse, di non trovare mai un lavoro. All’Istituto d’Arte molte lezioni sono pratiche ed io ricordo che durante quelle lezioni il tempo per me era come sospeso: non sentivo rumori e tutto intorno a me si muoveva più lentamente, come se fossimo in un acquario. Le lezioni che preferivo erano disegno dal vero, decorazione plastica, disegno geometrico e geometria descrittiva oltre, ovviamente, a chimica e storia dell’arte.
Avrei potuto prendere tante strade e sicuramente tutte sarebbero state un po' giuste ed un po' sbagliate.
Stamani appena uscita dal negozio ho pensato: devo chiamare Laura (direttore commerciale della Scuola Internazionale di Comics di Firenze) e raccontarle cosa è successo! In realtà è dallo scorso Settembre che la tormento perchè ‘vorrei iscrivermi, ma…’ quindi le ho risparmiato l’ennesima telefonata in cui le dico quanto vorrei iscrivermi al corso triennale di illustrazione, ma non so come fare perchè insomma il tempo, i soldi e…tutte le altre scuse che mi vengono in mente!
Fatti, non pugnette!
Mentre porto avanti le mie elucubrazioni ho deciso che, comunque, riprendere in mano i colori male male non mi avrebbe fatto e così ecco che oggi mi sono messa alla prova con i primi esercizi di calligrafia ‘brush’…un disastro!
Dopo i primi tratti ho provato la stessa identica frustrazione che ho provato durante la prima lezione di pole dance, quando mi sono resa conto che la mia schiena non era più flessibile come una volta e che ‘col cavolo’ che le mie gambe andavano in spaccata come 15 anni fa. E niente, a quanto pare anche la manualità, se non allenata, tende a peggiorare.
Oggi però non mi sono data per vinta. Ho trovato questo blog meraviglioso in cui ci sono moltissimi contenuti gratuiti: worksheet, video tutorial ed un gruppo Facebook in cui vengono proposte sfide quotidiane…meglio di così! Per il momento ho stampato 30 pagine che mi serviranno appunto per esercitarmi nei prossimi giorni. Oggi ho svolto i compiti previsti dal giorno 1 ed i risultati sono veramente mediocri, ma non mi arrendo. Conserverò gelosamente anche i peggiori scarabocchi perchè so che con la pratica tornerà la mano ferma e sicura che avevo molti anni fa.
Il post è lungo lo so, e forse non è neanche organizzato logicamente, ma sto scrivendo con il cuore. Sto scrivendo di una sensazione che ho bisogno di tenere con me il più a lungo possibile perché so che sarà l’unica forza a cui potrò attingere ogni volta in cui avrò voglia di mollare tutto.
Andrò avanti con questo 'treno' del lettering, ovunque esso sia diretto.
Non ho bisogno di diventare un’affermata artista, ma ho decisamente bisogno di prendermi cura di me stessa e di fare ciò che mi rende felice. Che poi, detto fra noi, adesso il ‘lettering’ fa un sacco figo, ma ai tempi in cui io andavo a scuola era assolutamente normale fare le ‘scritte’ sui diari dei compagni…magari riparto da lì!
Ha ragione Ken Robinson, quando si è nel proprio elemento si sente e per fortuna, per i ‘sordi’, la vita offre altre occasioni. Questo, ovviamente, non significa che le cose saranno facili, ma almeno è una buona partenza.
Cosa ho imparato da questa giornata?
- ci vuole coraggio, tanto coraggio
- arrendersi mai
- riesco ancora ad emozionarmi
- disegnare mi fa ancora stare bene, anche se i risultati non sono buoni come quelli di 20 anni fa