Dopo un anno circa di attesa e 14 mesi di studio matto e disperatissimo, eccomi qui, finalmente masterizzata!
Se mi seguite da un po’ sapete che faccio fatica a celebrare i miei traguardi con troppa solennità e quindi mi perdonerete per l’uso totalmente improprio, ma divertente, del verbo masterizzare…che peraltro era notissimo negli anni ’90, ma decisamente molto meno in voga adesso!
In ogni caso eccomi qui, fresca di proclamazione e pronta ad intregrare la mia professione. Ho studiato tanto, fatto tanti lavori di gruppo e tante ore di tirocinio e, sebbene la fatica si faccia sentire, sarei pronta a rifare tutto da capo anche domani (o forse meglio dopodomani!).
Mi sono iscritta a questo master perché fra me e l’orientamento narrativo era stato amore a prima vista già nel lontano 2019. Una metodologia che ha, fra gli obiettivi, quello di migliorare l’autoefficacia degli individui a partire da stimoli narrativi, mi sembrava esattamente quello che andavo cercando da svariati anni ed anche quello che avrei voluto fare per altrettanti svariati anni a seguire.
Ma il master, come avrete letto nel titolo, era anche rivolto a prevenire la dispersione scolastica, argomento che, fra i due, mi tocca forse ancora più da vicino. Se avessi il coraggio di raccontarvi la mia storia scolastica (e forse un giorno lo farò), scoprireste che la mia carriera fa acqua da tutte le parti. Ansia scolastica fortissima (emicrania, vomito e diarrea) già alla scuola primaria, parentesi più o meno felice alle scuole medie (se pur con una serie di altri inghippi) per poi entrare in un inestricabile labirinto di cambi scolastici che mi ha accompagnato dalle scuole superiori fino all’università (conclusa con 10 anni di pausa fra l’ultimo esame e la discussione della tesi).
Insomma, una vera frana!
Eppure, se non l’avessi vissuto sulla mia pelle, forse non avrei affrontato questo master con tanta urgenza. Da ora in avanti vorrei poter essere la scintilla che incendia il cambiamento, vorrei che i percorsi non convenzionali venissero guardati con meno presupponenza. Vorrei che nessuno dicesse più alle ragazze ed ai ragazzi di nascondere gli anni di buco nel curriculum perché ognuno di noi ha gli stessi diritti e gli adulti hanno il dovere di non rubare il futuro a chi è più giovane di loro. Sono stanca di vedere persone demotivate perché qualcuno ha detto loro che non ce la faranno, che ormai è impossibile tornare sulla retta via.
Nulla è impossibile!(magari è poco pratico o estremamente difficile, ma prima di pronunciare la parola impossibile pensiamoci bene)
Insomma, eccomi qui, piena di speranze e di voglia di fare, perfettamente consapevole che sarà difficilissimo, ma altrettanto sicura che comunque ne sarà valsa la pena.