Come sono arrivata a questo libro
Ho comprato questo libro qualche anno fa dopo averlo visto nei newsfeed di Facebook. Avendo studiato cinese all’università, ho molte amiche che hanno proseguito su questa strada e sono certa che sia stata proprio una di loro a pubblicare la foto della copertina.
Adesso che ci ripenso, il post apparteneva proprio ad una mia compagna di università che si è trasferita a Taiwan, luogo in cui è convolata a nozze. E chi se non lei, in effetti, poteva pubblicizzare questo memoir?!?
Di cosa parla il libro
Una brava moglie cinese è infatti l’autobiografia di Susan Blumberg-Kason che, come ci svela nel sottotitolo del suo libro, ha dovuto fare i conti con alcune differenze culturali apparentemente superabili, ma assolutamente insopportabili nel lungo termine.
In altre parole, leggendo questo libro avrete un resoconto piuttosto accurato di cosa ci si aspetti da una brava moglie cinese, nel senso più tradizionale del termine!
Cosa mi è piaciuto
Avendo vissuto in Cina per circa 7 mesi, sono tanti gli aspetti che ho apprezzato di questa memoria.
In primo luogo, l’autrice riporta alcune brevi frasi in cinese ed in cantonese (tranquilli, non ci sono ideogrammi, ma solo la trascrizione fonetica!) ed è stata una piacevole sorpresa vedere che, a distanza di 10 anni, qualcosa ancora ricordo!
Inoltre, le descrizioni del cibo e di alcune città hanno donato una nuova luce ai miei ricordi ormai sbiaditi.
Infine, nonostante la tragicità di alcuni passaggi, il libro è veramente ben scritto e molto piacevole da leggere: l’ho divorato in due giorni. Quando parlo di tragicità non mi riferisco ad eventi effettivamente tragici, quanto piuttosto ad alcune situazioni estremamente pesanti di violenza domestica (prettamente verbale e psicologica).
Semplificando molto, il libro racconta di come Susan si sia piano piano incastrata in una situazione che provocava frustrazione ed infelicità sia in lei che nel marito. Durante la lettura di alcuni passaggi mi sono resa conto di avere difficoltà a respirare, come se io stessi sprofondando insieme all’autrice.
Questa capacità di coinvolgere il lettore, nel bene e nel male, rappresenta senza dubbio un elemento che ricerco nelle mie letture.
Cosa non mi è piaciuto
Ho trovato a tratti assolutamente inaccettabile il comportamento di Cai (si legge Tsai), il marito cinese. Mi sono sforzata tanto, ma non sono proprio riuscita ad empatizzare con quest’uomo così maschilista e piagnucolone al tempo stesso.
Per la stessa ragione ho trovato eccessivo il limite di sopportazione dimostrato dall’autrice, ma lungi da me giudicare una relazione dalla quale io stessa non avrei saputo come uscirne.
Perché dovreste leggerlo
E’ una lettura piacevole, informativa e non offensiva. Le differenze culturali non sono certo argomento semplice da trattare, ma l’autrice lo fa con delicatezza e rispetto, senza mai sentenziare e giudicare.
Se siete interessati alla Cina o state studiando cinese, allora non avete scuse, dovete leggerlo immediatamente!