Come sono arrivata a questo libro
Il fatto che io abbia letto questo libro è il risultato di una serie di fortunate casualità e non ringrazierò mai abbastanza la persona che me lo ha consigliato.
Devo confessare di essere estremamente ignorante in ‘filosofia’. Non l’ho mai studiata a scuola e, a parte leggere Il mondo di Sofia, non ho fatto altro per colmare questa mia lacuna. Quest’anno mi sono imbattuta in un libro di Massimo Recalcati che mi ha fatto sentire un’ignorante, anzi, come direbbe Sgarbi, una capra. Ovviamente l’autore non c’entra niente, semplicemente io non ero pronta a quella lettura.
Questo preambolo solo per farvi capire il timore con cui mi sono avvicinata ad un testo con il nome di un filosofo nel titolo…e che filosofo!
Di cosa parla il libro
Per chi non lo conoscesse, Yalom, ancor prima di essere uno scrittore, è uno psicoterapeuta. La cura Schopenhauer è infatti il racconto di una psicoterapia di gruppo.
La narrazione si apre con una terribile scoperta da parte del protagonista, Julius, che è poi anche lo psicoterapeuta che si occupa del gruppo e, come tale, rimane una presenza discreta per tutto il corso della narrazione. Julius funge da collante, non solo all’interno del gruppo, ma anche all’interno del romanzo che ci parla di tante storie di vita, inclusa quella di Arthur Schopenahuer.
Forse vi starete chiedendo: ma che c’entra Schopenahuer? Ve lo spiego subito, a sua totale insaputa (per ovvi motivi temporali), il filosofo viene chiamato in causa come un vero e proprio terapeuta. Com’è possibile? Beh, diciamo che, attraverso i suoi scritti, riesce ad aiutare una persona in grande difficoltà.
Cosa mi è piaciuto del libro
Non so nulla di filosofia, eppure ho letto con interesse la storia di Schopenahuer e mi sono fermata a riflettere sulle sue citazioni. Ogni capitolo del libro, infatti, sia che parli dell’epoca in cui ha vissuto il filosofo, sia che parli della Los Angeles dei giorni nostri, inizia con una citazione di Schopenahuer.
Inoltre, avendo partecipato a gruppi di crescita personale durante la mia formazione in counseling, ho letto con estremo piacere tutti i passaggi che descrivevano le sessioni di terapia di gruppo. Mi sono divertita ad anticipare le domande che Julius avrebbe rivolto al gruppo ed a ricercare gli aspetti teorici del suo approccio.
Cosa ho sottolineato
E’ stata proprio una delle citazioni a catturare la mia attenzione. Avendo letto il libro in lingua originale, di seguito vi riporto una traduzione libera, non me ne vogliano i puristi di Schopenahuer se ci sono alcune imprecisioni (in ogni caso i suggerimenti sono sempre ben accetti!).
“La vita può essere paragonata ad una stoffa ricamata. Nella prima parte della vita ognuno osserva il dritto, mentre nella seconda parte della vita si guarda il rovescio. Quest’ultimo non è poi tanto bello, ma è molto più istruttivo in quanto ci consente di vedere come sono intrecciati i fili.”