Chi l’avrebbe mai detto che una parola così inflazionata potesse essere praticamente impossibile da definire? Ebbene sì, lo è e l’ho scoperto proprio durante il corso per esperto valutatore che sto frequentando in questo periodo.
Uno pensa di iscriversi ad un corso per imparare procedure ed invece si ritrova a fare ragionamenti ben più ampi e filosofici…e menomale dico io!
Se digitate la parola ‘competenza’ su Google i primi risultati sono quelli di Wikipedia e le prime frasi che leggerete riguardano appunto la complessità di definizione di un termine ed un concetto che hanno numerosi campi di applicazione. Questo articolo non ha la pretesa di andarsi ad inserire in un dibattito così alto, ma è una semplice riflessione personale sulla competenza.
Per me competenza significa saper fare, significa conoscere una ‘materia’, ‘masticarla’ quotidianamente, ma significa anche avere la curiosità di continuare ad imparare.
Insomma, secondo me non si è mai ‘arrivati’!
A gennai del 2017 mi sono lanciata in questa avventura del blog senza pianificare nulla, senza conoscere la materia e senza preoccuparmene più di tanto. Mi hanno sempre detto che scrivo bene ed ho pensato che questo sarebbe stato sufficiente.
Gravissimo errore!
Scrivere per internet non è come scrivere un tema, un saggio o una lettera strappalacrime. Non solo, scrivere per internet significa scrivere per un blog, per una testata giornalistica, su Twitter, su Facebook o su Instagram ed allora ecco che anche qui occorre sapersi cimentare con più generi diversi.
Conosco molte persone che lavorano o si arricchiscono attraverso il loro blog e, poiché questo non era il mio scopo, mi sono sempre rifiutata di entrare in certe dinamiche, come se quel tipo di competenza non mi interessasse. A distanza di quasi due anni ho capito che, ferma restando la mia convinzione iniziale, vorrei comunque avere più lettori, non tanto per un tornaconto economico, quanto perché desidererei che le mie ‘storie’ potessero significare qualcosa per qualcuno.
Insegno inglese ‘per vivere’, eppure la gioia più grande che traggo dal mio lavoro sono quegli studenti che mi scrivono per dirmi che hanno finalmente iniziato a capire e ad amare questa lingua che, fino a pochi mesi fa, sembrava loro così ostica e lontana.
Sono tante le cose che amo, oltre all’inglese, e molte sono contenute in questo blog.
Se il mio entusiasmo per l’inglese è così travolgente, non vedo perché non possa essere lo stesso per il mio amore per i libri e per uno stile di vita più vicino possibile alla natura.
Voglio essere una blogger migliore e l’unica soluzione che mi viene in mente riguarda l’acquisizione di competenze. Il libro che vedete in foto è solo il secondo della mia reading list. I libri rappresentano il mio porto sicuro, ma come insegnano Andrea Marcolongo (La misura eroica) e Theodore Roosevelt (The Man in The Arena), occorre partire ed occorre scendere in campo, a sporcarsi le mani.