A volte ritornano…le passioni!
Chi ha seguito la mia lotta contro l’abbrutimento nel 2017, conoscerà benissimo le difficoltà che incontro nel procurarmi il cibo (azione più comunemente nota come ‘fare-la-spesa’) e nel renderlo commestibile (azione anche conosciuta con il nome di cucinare).
Ebbene sì, quello che vedete in foto è il risultato dei miei sforzi culinari.
Non ho seguito alcun corso di cucina, non ho letto illuminanti testi di crescita personale, non ho fatto uso di sostanze stupefacenti e non ho neanche iniziato a praticare la meditazione. A cosa dobbiamo quindi tale cambiamento? La risposta, purtroppo, è semplice.
Il tempo.
Ancora con questa storia del tempo?!? Eh sì, il mio chiodo fisso ed anche la risposta a certi problemi. Mi pare infatti evidente che, almeno nel mio caso, fare-la-spesa-e-cucinare diventino azioni tediose solo qualora le debba incastrare nei ritagli di tempo fra impegni lavorativi e spostamenti in macchina da un luogo all’altro. Il tutto diventa invece incredibilmente semplice quando sono in ferie perché allora il tempo ce l’ho e non occorre che metta la sveglia 1 ora prima ogni mattina per essere sicura di riuscire ad incastrare tutti gli impegni.
La settimana che si è appena conclusa l’ho passata per gran parte intorno ai fornelli con risultati sorprendenti. Per la prima volta in vita mia ho cucinato l’hummus (uno degli alimenti che preferisco) e quando l’ho assaggiato mi sono quasi commossa. Ero terrorizzata che mi venisse una schifezza, sudavo freddo mentre vedevo i ceci spappolarsi sotto i miei occhi e pregavo in silenzio che il risultato finale fosse almeno edibile; quindi potete immaginare la mia reazione quando mi sono resa conto che era effettivamente buono (o perlomeno secondo il mio gusto).
Questa settimana da Cenerentola mi ha riportato alla mente un periodo della mia vita in cui, in effetti, passavo tanto tempo intorno ai fornelli perché, per me, cucinare è sempre stato un grande gesto d’amore. Per motivi su cui non voglio dilungarmi, la mia mente ha ritenuto opportuno cancellare quel periodo dalla mia memoria e con esso si è portata via anche lemme doti culinarie.
Per questo ho scelto il titolo “A volte ritornano” perché, nel bene e nel male, quelle memorie non sono andate perdute.
Insomma, volevo scrivere un articoletto leggero ed un po’ auto celebrativo per festeggiare il mio ritorno ai fornelli e invece più vado avanti e più la cosa si fa pesantemente introspettiva. E niente, decido di mettere un freno ai miei pensieri, perché mi sa che la questione fra me ed il cibo è ben più complessa di quello che pensavo.
In ogni caso state sereni, sono rientrata a lavoro e siamo già tornati agli standard alimentari medio-bassi. Non ne vado fiera e sicuramente mi adopererò affinché le cose migliorino; per il momento mi godo questa botta di consapevolezza.