22 giugno a Milano, 24 giugno a Padova e 26 giugno a Roma, queste le date dei Pearl Jam in Italia, questi i concerti a cui sono andata, questa la mia promessa mantenuta. Si tratta di una promessa fra me, Francesco ed Eddie Vedder (probabilmente all’oscuro di essere parte di un diabolico piano, ma tant’è) fatta il 24 giugno del 2017 in seguito alla sua esibizione “solo”al Firenze Rocks.
L'avventura della tripletta è iniziata con la notizia della data cancellata a Londra.
Momenti di panico sono stati seguiti da momenti di grande scoramento, soprattutto quando a Milano ha attaccato con una Release alquanto incerta. Come fedelissima di Eddie e dei Pearl Jam non vi dirò mai che è stato un concerto brutto perché oggettivamente non lo è stato, ma altrettanto oggettivamente mi sento di poter affermare che Eddie non fosse in splendida forma.
Vederlo soffrire e sforzarsi di cantare mi ha fatto stare male.
Pensavo al mal di gola lancinante che doveva avere in quel momento e pensavo alle notti insonni che io ho passato a tossire quando avevo la broncopolmonite: non è affatto divertente e deve esserlo ancora meno quando la voce, non solo è il tuo lavoro, ma rappresenta in qualche modo ciò che sei, è il messaggio che porti nel mondo con la tua musica, le tue parole, i tuoi gesti ed i tuoi pensieri. Quando sono uscita dal concerto di Milano (tra l’altro a fatica a causa del flusso di gente), una parte di me sperava che spostassero la data di Padova, non tanto per me, quanto piuttosto per la salute di Eddie.
Poi è successo quello che tutti noi segretamente speravamo.
La data di Padova è stata confermata ed i Pearl Jam sono saliti sul palco con un front man decisamente più in forma rispetto a 2 giorni prima. Ha parlato in italiano, ha ringraziato i presenti e ci ha persino raccontato di quando una notte è rimasto bloccato a Venezia, senza un posto in cui dormire…a saperlo prima! Setlist spettacolare anche se, per puro gusto personale, avevo preferito quella di Milano, almeno per la prima parte. Nella seconda metà del concerto i miei desideri sono stati esauditi: per la seconda volta hanno suonato Black e poi, finalmente, è arrivata la volta di Rearviewmirror, R.V.M. per scriverla a suo modo e ‘specchietto retrovisore‘ per dirla a modo mio.
Il viaggio di ritorno da Padova con Eventi in bus è stato leggermente più lungo del previsto, ma per i Pearl Jam questo ed altro!
Ed ecco che arriviamo all'ultima tappa italiana, quella nella capitale.
I poster (meravigliosi!) vanno a ruba in un secondo, alcuni ne comprano 5 per volta ed ancora prima dell’inizio del concerto c’è già chi li rivende su eBay a 300 euro…benvenuti nella capitale! Prendiamo posto nel pit sotto un sole a dir poco cocente, ma per fortuna ci sono le fontane e, anche se non sono più una giovincella, decido comunque di bagnarmi i capelli e di sfoggiare un improbabilissimo top da palestra.
Chiedo scusa al resto della popolazione, ma a-mali-estremi-estremi-rimedi.
Verso le 20:45 lo stadio è ancora stranamente vuoto e ci chiediamo come sia possibile che a 15 minuti dall’inizio del concerto ci siano ancora così tante sedute libere. Alle 20:58 circa, per chissà quale strano fenomeno organizzativo (o forse sarebbe meglio dire disorganizzativo) avvenuto fuori dai cancelli, cominciano a riversarsi sullo stadio fiumi di persone. E così, con un po’ di ritardo ecco che i membri dei Pearl Jam, ad uno ad uno vanno ad occupare i loro posti sul palco.
Chitarra...Release! Trattengo il respiro perché prima di gioire ho bisogno di sentire la voce di Eddie che questa volta arriva in tutta la sua potenza.
E all’improvviso so che sarà un concerto indimenticabile. Una ad una i Pearl Jam soddisfano le mi richieste musicali (mi piace fare previsioni sulle setlist) tranne una: mi aspettavo Love, Reign o’er me, ma hanno optato per Rockin’ in the Free World, gli voglio bene lo stesso.
Forse ieri sera ho voluto più bene a Mike che mi ha lanciato il plettro, piuttosto che ad Eddie che invece ha lanciato millemila tamburelli dalla parte opposta rispetto a quella in cui ero io…ma sono particolari!
Tornando a parlare di cose serie, durante la serata Eddie ha celebrato una ricorrenza molto importante, quella di Elena Lucrezia Corner, la prima donna della storia che sia riuscita a laurearsi, all’età di 32 anni e dopo non pochi sacrifici, il 25 giugno del 1678. Inoltre, non è mancata la cover di Imagine, durante la quale sugli schermi sono apparsi due hashtag molto importanti: #apriteiporti e #saveisnotacrime. Questo, non che ce ne fosse bisogno, a dimostrare ancora una volta che i Pearl Jam salgono sul palco non solo per esibirsi, ma anche per portare un messaggio al mondo, quel messaggio che spero tutti i partecipanti raccolgano e portino avanti nella loro quotidianità.
I concerti non sono solo musica.
Ed è con un pizzico di nostalgia che si chiude questa tripletta. Un’esperienza fatta di tante emozioni, di notti insonni, di amicizie vecchie una vita e di amicizie appena nate perché è la musica che ci unisce, il resto non conta.