Ma perché mai ho aspettato così tanto tempo?!?
Questa l’unica domanda che mi sono posta alla fine del concerto. Ho sempre ascoltato i Foo Fighters, talvolta distrattamente, ma sempre con grande ammirazione, eppure non mi ero mai decisa ad acquistare un biglietto…errore gravissimo!
Per dirla in maniera poco ortodossa l’hanno “toccata piano” scegliendo di aprire il concerto con una versione live di Run da far invidia a qualsiasi rave party o discoteca esistente su questo pianete. Prego i puristi del rock di non rabbrividire per questo paragone, ma il mio animo rock ogni tanto subisce il fascino di altri generi musicali.
Insomma, per farvela breve, ho ballato e zompato per tutto il concerto.
Sono ancora talmente elettrizzata che non riesco a riordinare i pensieri per raccontarvi la serata. Proviamo a ripartire dall’inizio. Quest’anno avevo optato per i biglietti nel pit perché la scorsa edizione avevo visto Eddie Vedder piccolo come una formica e non avevo certo intenzione di ripetere l’errore, quindi quest’anno non solo ho visto Dave a pochi metri di distanza, ma mi sono rovinata per sempre l’udito piazzandomi quasi sotto le casse.
Beh, poco importa, soprattutto quando c’è Taylor che picchia duro alla batteria perché del resto, per citare la sua meravigliosa maglietta, “the tempo is whatever I say it is”…come dargli torto. Ecco, tanto che ci siamo, vogliamo forse commentare la performance di Taylor Hawkins?!? Ma sì, perché no, parliamone. Dal punto di vista musicale non credo esista un batterista più potente di lui, diciamo che a mio modestissimo parere (e gusto personale), forse se la gioca solo con il suo amico Dave. Poi, se mi consentite di dare voce ai miei ormoni, vorrei sottolineare, dichiarare e sottoscrivere che batteristi più sexy di lui devono ancora inventarli e onestamente non credo ci riusciranno!
Molto bene, adesso che abbiamo sistemato anche questa questione direi che possiamo continuare.
Come sapete (o come forse potete capire), non sono certo un’esperta di musica, ma sono semplicemente una persona che senza musica, forse, non sarebbe riuscita a trovare un senso alla vita. Senza la musica non so se mi sarei mai innamorata dell’inglese e adesso senza l’inglese non potrei vivere e potrei andare avanti all’infinito con esempi analoghi.
Mi piace andare ai concerti e mi piace raccontarli, un po’ per i lettori ed un po’ per me stessa, per riuscire a rivivere quelle emozioni. Mentre i Foo Fighters suonavano sul palco, mentre la loro energia mi travolgeva, mentre ricordavo le turbolenze adolescenziali, c’era una vocina che mi diceva: “ma dopo tutto questo come farai a tornare al corroboro della vita quotidiana?!?”
Ebbene sì, mentre i Foo Fighters tiravano giù il palco, io ero lì che fra una spallata e l'altra pregavo che quella notte non finisse mai.
La notte è finita ed io sono tornata a lavoro, ma nessuno mi toglierà le emozioni provate al mio-primo-concerto-dei-Foo-Fighters. Ora sono pronta per Ozzy Osbourne e la tripletta dei Pearl Jam perché, come vi avevo promesso qualche tempo fa, sarà un giugno all’insegna del rock…per fortuna!