Stasera si festeggiano 39 anni di matrimonio dei miei suoceri. Io sono in ritardo, ovviamente, perché come al solito ho la sindrome della donna bionica ed incastro gli impegni come se esistesse il teletrasporto.
Salgo in casa alle 20:47, sono piena di peli e puzzo di wurstel in maniera a dir poco imbarazzante, ho mal di testa e vorrei solo infilarmi il pigiama. Se non mi fossi inventata questa diavoleria di #abbrutitanomore di sicuro mi sarei trascinata a cena così come ero: cosparsa di peli e di wurstel, in tuta e con le scarpe da montagna…insomma una figa!
Ma adesso ho un impegno con me stessa e con chi in qualche modo mi sta seguendo, quindi devo per forza darmi un tono!
Guardo la sedia su cui sono ammassati i vestiti, eh sì perché ancora non sono diventata ordinata, e penso: “la camicia a quadri è perfetta, fa grunge al punto giusto!”. Mi metto i jeans, l’immancabile canotta a coste per evitare le congestioni all’uscita dal ristorante, la camicia, gli scarponcini e mi guardo allo specchio. Ciò che vedo riflesso è piuttosto lontano dal risultato che mi ero immaginata, ma non ho tempo, sono le 20:51, metto il giacchetto ed esco a corsa.
Sono arrivata al ristorante lievemente in ritardo, ma credo che quei 4 minuti siano stati un atto d’amore, o quantomeno una forma di rispetto, nei confronti di chi mi ha invitato a cena per festeggiare una ricorrenza così importante.
Io adoro stare in tuta, me ne separo mal volentieri e ricordo di essere stata ‘ripresa’ più volte per questa mia abitudine. Certo adesso in commercio esistono tute che costano quanto un vestito firmato e difficilmente cambierò la mia idea sull’abbigliamento che, a mio avviso, deve essere comodo e deve farti sentire in pace con il mondo, ma capisco che in alcuni casi la mia testardaggine sia in qualche modo stata percepita come una mancanza di rispetto.
Che cosa ho imparato da questa giornata?
- che devo organizzarmi meglio (come sempre!)
- che non posso pensare di acchittarmi in 4 minuti
- che cambiarsi per uscire a cena non è un evento così traumatico e può servire a far credere al mio cervello, almeno temporaneamente, che non ho sonno e che mi sto preparando alla serata del secolo!