Lo so, sono stata latitante e questo è molto grave, soprattutto perché nel 2017 non ho perso un colpo e adesso invece mostro evidenti segni di cedimento. In teoria, seguendo lo schema dei buoni propositi per il 2018, avrei dovuto terminare la tesi a fine aprile per poi iniziare da Maggio con i progetti DIY, in teoria…
In pratica, ho passato le ultime tre settimane a correre contro il tempo. In che senso?
Ho utilizzato ogni secondo a mia disposizione per sistemare alcune parti della tesi, ho staccato il telefono ogni volta che mi sono seduta davanti al pc, ho cercato di ignorare l’allergia al polline e la stanchezza indotta dagli antistaminici, ho rinunciato alla piscina, ho ridotto i carboidrati (che mi danno sempre una certa botta di sonno) ed ho silenziato la vocina interiore che continuava a ripetermi “è domenica e mentre tutti gli altri si divertono e si riposano tu stai facendo qualcosa che avresti dovuto fare anni fa…e poi sei proprio sicura cheti serva?”.
Simpatica eh la mia vocina interiore?!?
In ogni caso, brava me che sono riuscita a farla tacere e brava me per aver combattuto contro la mia solita tendenza alla perfezione…eh sì, se avessi voluto scrivere la tesi perfetta non credo che l’avrei mai terminata. E invece ho consegnato tutto venerdì sera e da questa settimana posso iniziare a dedicarmi ai miei progetti manuali. Ovviamente, prima di cantar vittoria, devo aspettare le correzioni del mio relatore, ma il più è fatto e questa consapevolezza mi rende più serena.
Diciamo che, se riuscissi a trovare un farmaco che mi consente di tornare a respirare, sarei una donna risolta...almeno per un po'!
Con l’estate alle porte mi ritrovo sempre a tirare un po’ le somme, come se la fine dell’anno scolastico coincidesse con la fine dell’anno solare. Questo è uno strano retaggio che mi porto dietro dall’adolescenza e che continuo in qualche modo a coltivare perché lavoro a stretto contatto con ragazzi e studenti e non riesco a fare a meno di immedesimarmi.
Per me, quello che si è appena concluso, è stato un inverno veramente faticoso sotto molti aspetti: la salute, il fisico, i ritmi di lavoro e l’alimentazione scombussolata. Non è stato semplice portare avanti la battaglia contro l’abbrutimento, ma ho fatto del mio meglio e questo mi rende comunque orgogliosa perché non ho abbandonato il campo di battaglia.
Continuo a pensare di meritarmi una vita molto meno stressante e continuo a ripetermi che da settembre è necessario che io imponga a me stessa alcuni limiti e che prenda determinate decisioni in modo da garantirmi uno stile di vita in cui, almeno i pasti, possa consumarli ad orari regolari e seduta ad un tavolo.
M’illudo che settembre possa rappresentare un nuovo inizio, proprio come quando a scuola si passava dalla prima alla seconda superiore e si studiavano argomenti nuovi. Sarebbe proprio bello se anche nella vita le cose funzionassero così e invece no.
Nella vita non c'è nessuno che ti spiega il programma nuovo, nella mia vita le cose posso cambiarle solo io.
Proprio come ho scritto spesso negli articoli della parte teorica, ispirandomi ai guru della crescita personale e non solo, solo io posso cambiare il mio destino prendendo decisioni scomode e spaventose o rimanendo dove sono. Si tratta sempre e comunque di scelte perché comunque, così come “non si può non comunicare” (primo paradosso della comunicazione), non si può neanche NON scegliere.
Non prendere una decisione è comunque una decisione.
Ma insomma, quanti pensieri slegati in questo articolo, qual è il succo di tutte queste parole? Il succo è che ho finito di scrivere la tesi in counseling, l’ho consegnata, aspetto con ansia un feedback (che spero vivamente sia positivo) in modo da poterla salvare in pdf ed inviarla a Roma, l’allergia e gli antistaminici mi stanno distruggendo, aspetto a gloria l’estate e devo prendere un paio di decisioni serie riguardo la mia vita.