Oggi è arrivato il giorno che temevo tanto e posso dire con orgoglio di essere sopravvissuta.
Ce l’ho fatta! Sono tornata a lavoro senza svenire per le scale e senza sbroccare per la stanchezza. Ovviamente verso le 19:30 ho avuto un momento di cedimento perché avrei voluto cenare, ma sono dettagli.
La giornata è stata veramente piena, scandita da tanti impegni. Eh sì perché ora c’è da recuperare un po’ di tempo ‘perduto’ durante la convalescenza quindi cercherò di fare il possibile, ma resta il fatto che le giornate sono fatte comunque da 24 ore.
Mentre rientravo a casa ho chiamato mia mamma per chiederle di cucinare per un bastimento perché stavo morendo di fame, ma una volta a tavola, in effetti, mi sono sentita sazia dopo poche forchettate di cibo. Ora sono le 22:22 ed io sono combattuta sul da farsi. Se ascolto la mia stanchezza vado a letto, ma se ascolto il mio stomaco sto sveglia un altro paio di ore perché devo digerire lo sformato di cardi che ho mangiato più per gola che per fame.
Ieri ho iniziato a leggere un libro che mi aveva regalato mio padre qualche mese fa: “Felici i felici”. Forse posso approfittare della lettura per ritardare un po’ l’insorgere del sonno e dare tempo al mio apparato digerente di fare il suo lavoro…forse, ma sento che mi sta già calando la palpebra.
Una cosa è certa, sono sopravvissuta al ritorno alla ‘vita di sempre’, ma la mia arte della retorica ha subito una piccola battuta di arresto quindi non me ne vogliate, ma per stasera vi saluto così.