Perché la parola “lusso”? Perché stasera, a merenda, mi sono concessa un extra lusso: cioccolata calda alla mia maniera, cioè con 2 bustine di ciobar per porzione. Più che una cioccolata calda è un budino! Lo so, dal punto di vista della salute non va affatto bene. Troppo zucchero bianco, troppo latte, troppe calorie, troppi carboidrati raffinati, troppo di tutto. Anche troppo buona, se mi permettete, e quindi assolutamente necessaria per consolarmi dell’arrivo dei primi freddi e dell’accorciarsi delle giornate.
Peccati di gola a parte, oggi è stata una domenica stranamente tranquilla per me.
Dico stranamente perché, da quando ho memoria, la domenica è sempre stata il giorno peggiore della settimana. In adolescenza era il giorno dopo i bagordi del sabato e quello prima di ricominciare la scuola il lunedì, poi, per un periodo, è stato un giorno lavorativo come gli altri, finché non è diventato il giorno dell’indecisione paralizzante. Esco? Resto a casa? Mi riposo? Faccio tutto quello che non sono riuscita a fare gli altri 6 giorni della settimana? Cucino? Mi organizzo per la settimana a venire? Mi godo la campagna?
Oggi, quasi per miracolo, nessuna domanda e nessuna indecisione. La giornata è andata come doveva andare, fluida e serena.
Sì, lo scrivo e non ci credo. Forse è merito della meravigliosa serata trascorsa ieri alle Terme in compagnia di amici che, prima di tutto, sono persone straordinarie. A volte dimentico quanto possa essere potente l’incontro di cervelli, ma poi, grazie al cielo, ci sono weekend come questo a ricordarmelo.
E' bello poter parlare di tutto, ritrovarsi negli interessi e, al tempo stesso, imparare dalle nostre diversità.
Concludo la giornata con un profondo senso di gratitudine e con il cuore leggero ed ottimista. Non capita spesso e credo sia importante annotarlo, metterlo per iscritto, darmi la possibilità di leggerlo e rileggerlo, anche nei giorni bui che, si sa, ogni tanto arrivano.
Festeggiamo la mia prima domenica autunnale depressione-free (passatemi la licenza poetica per l'uso lato della parola "depressione"), e che sia l'inizio di una lunga serie.