Rulli di tamburo...più forte...ho fatto l'account Instagram!
Per Facebook ero stata una delle pioniere in Italia, ma poi avevo deciso di fermarmi lì perché tutta questa grande quantità di social un po’ mi spaventava ed ancora mi spaventa. Sta di fatto, però, che se voglio diffondere il verbo, ovvero la lotta all’abbrutimento in favore dell’amore per sé stessi, occorre che io esca un po’ allo scoperto.
Ovviamente, le mie resistenze sono dettate dal terrore degli haters, della gogna mediatica, delle facili offese da parte dei leoni e delle leonesse da tastiera e così via, ma, come mi ha saggiamente consigliato Claudia, devo investire sulla mia immagine.
Sono già molto terrorizzata, ma ce la farò.
Nonostante io mi impegni per mettere da parte il mio perfezionismo patologico, ogni tanto esso torna fuori prepotentemente, proprio come è successo oggi. Una persona normale avrebbe fatto l’account Instagram e festa finita, io invece no. Ho dovuto mandare messaggi al mondo per capire se aveva senso aprirlo con il mio nome o con quello del blog e poi, non contenta, ho dovuto leggere quei 5000 articoli specialistici per imparare ad utilizzare al meglio questo strumento.
In tutto questo sono anche andata a lavoro e, teoricamente, dovrei pure avere una vita mia.
Ardua impresa! Tuttavia, oggi, posso dirmi soddisfatta. Mi sono svegliata verso le 7, ho portato i cani a fare una passeggiata nel bosco, poi ho fatto colazione e sono andata a lavoro. Uscita da lavoro sono tornata a casa ed ho deciso che non mi sarei staccata dalla scrivania finché non avessi finito di mandare messaggi e recuperare informazioni necessarie, non solo per l’account Instagram, ma anche per altri progetti che sto covando da mesi.
Settembre è iniziato solo da 6 giorni e non so se essere felice o spaventata da tutta questa proattività.
Comincio a capire il significato reale dello staccare-il-cervello-durante-le-ferie, che non significa necessariamente non pensare a niente. Ho sempre creduto che le vacanze estive dei tempi della scuola fossero speciali per la loro durata; oggi comincio a pensare che forse ciò che le rendeva speciali erano il divertimento e la spensieratezza
(di certo non i compiti!).
Posso dirmi fortunata perché quest’anno le mie vacanze sono state divertenti e spensierate. Posso anche ringraziare me stessa per aver scelto di scrivere questo blog grazie al quale mi sto ritrovando e sto imparando ad affrontare la vita con maggiore serenità.
Ne-riparliamo-a-settembre, tutto sommato non è stata una cattiva idea. Certo, ho usato Evernote per appuntare ogni singolo barlume di progetto che mi veniva in mente sulla spiaggia, ma l’ho fatto senza ansia e vi garantisco che, detto da me, è un ossimoro.
Comunque, ossimoro o no, la spensieratezza ha funzionato. Mi rendo conto che, per la prima volta da quando ho iniziato a lavorare, mi sono goduta le ferie senza pensare a cosa mi avrebbe aspettato al mio rientro. Può sembrare strano, ma questo mi sta aiutando molto a ripartire con il piede giusto.
Cosa ho imparato da questa giornata?
- devo assolutamente fare un po’ di merchandising targato #abbrutitanomore
- resto una perfezionista, ma forse sono passata da ‘inguaribile’ a ‘guaribile’
- evviva la progettualità